Fino agli anni Sessanta si diceva che c’era una sorta di monopolio ciclocalcistico che soverchiava l’interesse dei media e del pubblico. In effetti calcio e ciclismo erano discipline popolari, alla portata di tutti. Bastavano un pallone ed un prato. Coppi era un umile contadino per capirci. Il tennis troppo costoso, l’atletica d’elite, la formula Uno troppo distante, il basket per giganti. Poi tutto è cambiato, ma allora si pensava così. Solo la boxe infiammava la gente, con quel suo legarsi ad un destino, al riscatto sociale di chi, povero, magari era stato costretto a difendersi con i pugni, salvo poi indirizzare quei colpi non per mera violenza ma nella noble art. Sicuramente il ciclismo ha subito molte batoste (e non mi riferisco solo all’ultima, la tragica morte del Ct della Nazionale, il toscano Ballerini) ma anche con il doping. La passione della base però è immutata, basti guardare alla folla che accompagna gli atleti nei grandi giri. Di solito l’inverno è stagione di letargo, essendo il ciclismo sport all’aria aperta ovviamente. Nel nostro territorio, da qualche anno ormai, va in scena il Giro dei due comuni per cicloamatori, tra gennaio e febbraio. In questo 2010 sei corse con 300 partecipanti che arrivano anche da Emilia, Liguria, Veneto e da altre zone della Toscana. Ce lo ha fatto notare Marco e lo ringraziamo anche se avevamo notato il gruppo, come si dice in gergo, per diversi sabati pomeriggio tra Altopascio e Spianate. Iniziativa lodevole. Fateci avere i risultati.
Massimo Stefanini