Il gruppo di opposizione in consiglio comunale “Montecarlo è bellissima†propone di intitolare alcune strade del territorio a personaggi che si sono distinti, nella storia italiana, per integrità morale, senso del dovere, attaccamento alle istituzioni, in considerazione del fatto che nella toponomastica del territorio di Montecarlo non vi è alcun riferimento ad alcuni grandi personaggi e che vi sono almeno sei o sette vie pubbliche che iniziano con “traversa numero x†senza un vero nome. Il capogruppo Silvio Michi ha presentato una mozione che vincoli l’amministrazione ad intitolare una strada o comunque un luogo pubblico idoneo a Giorgio Ambrosoli, Guido Rossa, Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti. “Il motivo, in particolare, che mi ha ispirato nella selezione proprio di questi tre soggetti – argomenta Silvio Michi – tra loro assai diversi per ruolo pubblico, ambito culturale di appartenenza, idee politiche, e vicende di vita (eccetto che per la tragica morte che li ha accomunati), risiede nel monito che la vicenda che li ha resi famosi deve rappresentare per tutti noi cittadini di questo Paese. Ambrosoli ricorda a tutti il valore dell’integrità personale e delle istituzioni pubbliche davanti al malaffare; Rossa il coraggio che la dignità ci impone di avere quando sarebbe comodo e facile girarsi dall’altra parte fingendo di non vedere per non fare quello che è il dovere di ciascuno nel proprio ruolo nella società ; Sacco e Vanzetti quanto è pericoloso farsi trascinare dai pregiudizi nel valutare chi davanti a noi chiede giustizia anche quando non condividiamo lo stesso luogo di nascita, o le stesse idee politiche, o la stessa cultura o lo stesso colore della pelle. Tre esempi e tre moniti di valore talmente universale che ben meritano di essere onorati e ricordati in ogni paese e ogni città , e quindi anche a Montecarloâ€.
Fin qui la mozione di Michi. Se posso aggiungere una mia riflessione, condivido in pieno. Ho visto di recente la trasmissione Mixer di Minoli, in cui magistralmente si ricostruiva il lacerante e continuo alternarsi in Ambrosoli di due sentimenti: il successo nello scoprire i giochetti e le scatole cinesi che custodivano il tesoro di Sindona e la consapevolezza che di pari passo, aumentava il pericolo per la sua vita. Scrisse una lettera alla moglie (senza mai leggergliela) in cui si sentiva nel mirino. Ma andò fino in fondo, indagò con scrupolo sul crac del Banco Ambrosiano che, vedi il successivo omicidio Calvi, rappresenta ancora oggi uno dei “buchi neri†della storia italiana. Intitolargli una via? Il minimo, perché oggi, gli Ambrosoli e i Rossa (ma allora anche Biagi) non esistono più.
Massimo Stefanini