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Pena di morte: no grazia a Troy Davis, domani l’esecuzione

Pena di morte: no grazia a Troy Davis, domani l'esecuzione
Pena di morte: no grazia a Troy Davis, domani l’esecuzione

Il  Board of Pardons and Paroles della Georgia (comitato dello stato che valuta le domande di grazia), si è espresso: grazia negata a Troy Davis. Domani alle 19 ora locale (l’una di notte italiana) si procederà dunque all’esecuzione della pena di morte tramite iniezione letale.

Era la sua ultima occasione per avere salva la vita, con le regole della Georgia, diversamente dagli altri Stati, non può intervenire neanche il governatore.

La storia

Troy Davis, oggi 42enne, venne giudicato colpevole di aver ucciso un poliziotto, Mark McPhail, di soli 27 anni.

L’omicidio avvenne nel 1989, ben 22 anni fa. La condanna a morte arrivò nel1991. McPhail era stato mandato dal suo comando in un parcheggio di Savannah, per sedare una lite, gli è stato sparato un solo colpo, dritto in mezzo al cuore.

Le prove che inchiodano Davis sono dovute soltanto a dichiarazioni di testimoni oculari, in quanto non è mai stata ritrovata l’arma del delitto, e neanche reperti di Dna, o altro, che dimostrassero la presenza del condannato nel luogo dell’omicidio. Purtroppo, Davis, non è riuscito a dimostrare di essere altrove. E’ stata data credibilità esclusivamente ai testimoni oculari.

Per salvargli la vita erano intervenute numerose associazioni e persone, tra cui Papa Benedetto XVI, Norman Fletcher (ex giudice della Suprema Corte della Georgia), William Session (ex direttore Fbi), l’ex presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter (governò dal 1977 al 1981), ovviamente anche Anesty International ha fatto di tutto per salvarlo. 

Per 4 volte la pena era stata sospesa, rimandando a nuove udienza, ormai sembra sia arrivato il momento.

Tramite la rivista The Atlantis, l’avvocato di Davis, Brian Kammer, fa sapere di “essere scioccato e deluso dal fallimento del sistema di giustizia”. Sempre tramite la stessa rivista, ribatte la vedova del poliziotto ucciso, secondo la quale Davis è colpevole, quindi giusto procedere con l’esecuzione “È tempo perché sia fatta giustizia. La mia famiglia deve ricevere giustizia”.

Senza perdere tempo a discutere se sia giusta o meno la pena di morte, ci preme soffermarci su un punto fondamentale, che è lo stesso portato avanti da chi voleva impedire l’esecuzione, ed è il fatto che non possono bastare, a livello giuridico, delle sole testimonianze oculari (senza aver trovato ulteriori riscontri come controprova) per condannare una persona, oltretutto alla pena di morte. Se non sbagliamo, una persona deve essere “giudicata colpevole oltre ogni ragionevole dubbio”, e non ci pare questo il caso.

Domani morirà una persona, e non sapremo mai se era veramente colpevole.

Pena di morte: no grazia a Troy Davis, domani l'esecuzione
Pena di morte: no grazia a Troy Davis, domani l'esecuzione

 

 

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