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Parigi: lo sciacallo di nuovo alla sbarra

E’ cominciato il processo alla Corte d’Assise di Parigi, nei confronti del 62enne Ilich Ramirez Sanchez, detto Carlos, oppure volgarmente chiamato “lo sciacallo”, che lo vede coimputato con altre 3 persone, per aver commesso 4 attentati a Parigi.

I 4 attentati risalgono a circa 30 anni fa (1982 e 1983); morirono 11 persone, ferite 150; Carlos contesta fermamente queste accuse, e non si vergogna ad ammettere, tramite un’intervista rilasciata ieri ad un quotidiano venezuelano, di aver compiuto centinaia di attentati, uccidendo almeno 1500-2000 persone, ma i 4 attentati per cui è sotto processo non sono suoi.

D’altronde è un rivoluzionario, lo dice lui stesso, in risposta alla domanda classica rivolta dal giudice Olivier Leurent: “Che lavoro svolge?” serenamente, e candidamente, risponde: “Svolgo la professione di rivoluzionario”. Nel vederlo alla sbarra, aspetto tranqillo, rilassato, con la barba bianca, i jeans e la giacca blue, uno quasi si dimentica che sia un terribile terrorista venezuelano, un uomo che ammette, senza pentimento alcuno, di aver ucciso oltre mille persone; si trova in carcere, sempre in Francia, dall’agosto del ’94, per scontare l’ergastolo a cui è stato condannato per altri omicidi, avvenuti a Parigi nel ’75. In quel caso uccise 3 uomini, due di loro erano agenti segreti. 

All’interno dell’aula erano presenti numerosi giornalisti, almeno 60, ma anche fuori si contavano diverse decine di persone, tra famigliari delle vittime, superstiti degli attentati e curiosi; non mancavano neanche suoi simpatizzanti, primo su tutti il comico Dieudonnnè, conosciuto per le sue prese di posizioni antisemite, ma anche per essere presidente del comitato di sostegno al “Comandante Carlos” e alla sua ”rivoluzione”.

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