Anders Behring Breivik, il tristemente famoso killer di Oslo e Utoya, non passerà neanche un giorno in carcere; è stato giudicato “incapace di intendere e di volere”, in quanto è affetto da schizofrenia paranoide.
Questa diagnosi è stata ottenuta dopo svariati incontri avuti tra Breivik e gli psichiatri Synne Serheim e Torgeir Husby, incaricati dal tribunale di valutarlo.
Breivik  aveva prima piazzato un camion bomba sotto al palazzo del Governo di Oslo, poi si era diretto a Utoya, dove c’era un campus di giovani  laburistia e lì aveva aperto il fuoco, per un’orae mezza di fila, uccidendo 77 persone e ferendone altre 151; il suo “piano” era di eliminare un’intera generazione di laburisti.
Non si è mai pentito, è convinto di aver fatto il bene del suo paese.
Queste convinzioni, unite ai molti passaggi trovati nel manifesto di 1500 pagine che aveva diramato in rete poco prima del massacro, ed alla meticolosa preparazione della strage, organizzata da ben nove anni, hanno convinto i due psichiatri della gravità della patologia.
Nonostante questo, il procuratore Inga Bejer Engh ha dichiarato: “Se l’esito finale è che Breivik è infermo di mente chiederemo al tribunale di sottoporlo a un trattamento psichiatrico obbligatorio, trattamento a cui potrebbe rimanere sottoposto a vita”.
Soluzione non del tutto negativa, in quanto la Norvegia ha un ordinamento giudiziario piuttosto liberale, rischierebbe soltanto 22 anni di carcere, forse la decisione del ricovero in manicomio a vita sarebbe, oltre che la più sensata per tutti i giovani che sono morti quel giorno, anche la più sicura, altrimenti dopo 22 anni sarebbe fuori, pronto a riprendere da dove aveva lasciato, e sempre piuttosto giovane.
Breivik ha soltanto 32 anni, anche se è reo-confesso, ha sempre negato di essere colpevole, in quanto avrebbe eseguito un “massacro necessario”per il bene del suo paese.