E’ salito fino al secondo piano del palazzo dove abita, nel centro di Altopascio, minacciando di gettarsi nel vuoto, da un’altezza di quasi7 metri, brandendo un coltello con un lama lunga40 centimetri. L’uomo ha motivato la volontà dell’insano gesto con problemi a trovare lavoro. Sul posto è intervenuta prontamente la pattuglia dei vigili urbani e quella dei carabinieri di Capannori, oltre ai vigili del fuoco. Il soggetto in questione ha preteso di parlare con il sindaco il quale alle due di notte è arrivato sul posto. Il primo cittadino, Maurizio Marchetti, ha cercato di calmare l’uomo e poco dopo le forze dell’ordine lo hanno immobilizzato riducendolo a miti consigli. Gran parte del merito va ad un carabiniere che è riuscito, rischiando la propria incolumità , a fermare l’aspirante suicida, togliendogli l’arma da taglio e convincendolo a scendere. Attraverso il 118, un’ambulanza ha trasportato il soggetto all’ospedale di Lucca per accertamenti.
Tenta suicidio, salvato da carabiniere
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Comments (1)
Emanuele Pelliccisays:
18 September 2012 at 13:28Mi auguro che questa persona possa presto trovare più serenità , ricomponendo le priorità della propria vita. Il lavoro è alla base della piramide di una vita. Se manca tale base, è facile cadere. Penso che faccia riflettere molto l’appello al Sindaco. Questa figura secondo me è cambiata molto in questi ultimi periodi (o comunque dovrebbe cambiare). Il Primo Cittadino non è più il vertice con compiti amministrativi di una comunità . Ma credo che in questi ultimi tempi sia visto come un collegamento diretto con chi “comanda” il nostro paese. Se dunque oggi c’è sofferenza sociale data dalla crisi (e quindi dalla mancanza di lavoro) secondo me il Sindaco assume un ruolo estremamente SENSIBILE in tutto questo. Perchè la persona “qualunque” implora quel signore dato che ha l’occasione di incontrarlo nel proprio paesino di campagna (o di città ) e dato che tale ruolo di sindaco è collegato alla sfera politica e amministrativa dell’intero paese italiano. E’ chiaro che le sue potenzialità sono limitate. Ma questo forse poco importa a chi si ritrova sopra ad un tetto pensando di farla finita. Probabilmente ciò che importa è che se il vicino di casa non può segnalare a chi governa il paese che c’è un malessere ad Altopascio, oppure se l’amico al bar non può riportare a vertici dell’economia che qui la situazione è peggio di quello che sembra e se pure anche i familiari non possono far molto, alllora penso che ciò che importa a chi sale su un tetto è che quell’unica persona che abita nello stesso paesino di campagna (o di città ) gli possa prestare orecchio. E quella persona è appunto il Sindaco, il quale è persona appunto abilitata a rendere conto ai piani superiori di ciò che grava nelle strade della propria città . Qualcuno mi potrebbe dire che bastava andare in comune e parlare serenamente per presentare il proprio disagio. Ma io credo che ci sia la fila fuori dal comune per presentare le proprie problematiche (in particolare lavorative). E dunque se c’è questa necessità di URLARE significa che è finito il tempo delle buone maniere. Adesso probabilmente stiamo arrivando ad un bivio dove le persone sceglieranno se dimostrare il proprio disagio (perchè non basta più il semplice “farsi ascoltare”) oppure sceglieranno la rinuncia e la rassegnazione (che è peggio). Ovviamente con questi pensieri mi riferisco a chi sente nel proprio sangue il dramma di questa crisi. E non mi riferisco a chi non ha problemi che rientrano nella base della piramide della vita di un uomo. Comunque, in definitiva credo che la figura del Sindaco debba virare decisamente verso la politica sociale. Deve dotarsi di armi per tali settori, tralasciando per qualche anno ogni necessità legata ad altri aspetti della propria comunità (non faccio esempi perchè altrimenti risulterebbero tentativi di critica). Il vero Sindaco dei prossimi anni sarà la persona del mio paese che dimostra di mettere in piedi tentativi diretti al sostentamento della propria comunità in termini elementari (ovvero assistenza alle persone con disagi evitando che vadano sui tetti, processi di formazione professionalizzante mirati e circoscritti alle Ditte del proprio comune, processi di aggregazione sociale dedicati non tanto al festeggiamento di una ricorrenza locale, ma piuttosto momenti di incontro dedicati a scambio di relazione sociale, ecc, ecc, ecc). Se davvero l’abbrivio del Primo Cittadino sarà diretto all’ottanta per cento a gestire risorse sociali (e dunque anche i relativi assessori sapranno adeguarsi alle necessità comunitarie), allora probabilmente il Sindaco non sarà più un semplice amministratore pubblico, ma sarà opportunamente più simile ad un “amico importante”.