Porcari (LUCCA) –
CAPANNORI. Si fa fatica a comprendere, a dare spiegazioni, a razionalizzare. La morte di un uomo di 34 anni, padre di due bambini piccoli, è di per sé un fatto difficile da digerire. Michele Lo Muscio, per gli amici semplicemente “Michéâ€, se n’è andato la notte scorsa nella casa di via don Emilio Angeli, a Segromigno in Piano, dove viveva con i figli e i genitori. Poco dopo le 5 del mattino Michele si è svegliato con dei dolori a un braccio. Si è alzato dal letto ed è andato a svegliare la madre: «Aiutami, mi sto sentendo male». Nemmeno il tempo di finire la frase e il ragazzo si è accasciato a terra, morto, sotto lo sguardo disperato dalla donna. I due figli piccoli, una bambina di 11 anni e un maschietto di 6, dormivano nella stanza accanto e per fortuna non hanno assistito alla tragedia. Subito i genitori dell’uomo hanno chiamato il 118: la centrale operativa Alta Toscana ha inviato sul posto l’ambulanza della Croce verde di Porcari, ma una volta arrivato il medico non ha potuto far altro che constatare il decesso del 34enne. Poco dopo, come è prassi in questi casi, nell’abitazione è intervenuta anche una pattuglia dei carabinieri del Norm. La causa della morte sembra essere un infarto. Dalle testimonianze raccolte tra i parenti è emerso che Lo Muscio soffriva di una cardiopatia congenita. Un problema di cui non parlava volentieri ma che cercava di tenere sotto controllo. La salma è stata portata all’obitorio del Campo di Marte. Considerandola una morte per cause naturali, la procura non ha chiesto l’autopsia, ma non è escluso che l’Asl, sulla base della richiesta del medico del 118, disponga alcuni accertamenti. La data dei funerali non è ancora stata fissata: le esequie si svolgeranno la prossima settimana ma prima ci sarà l’espianto degli organi. Assecondando le volontà di Michele, i familiari hanno dato il via alla donazione degli organi. Un ultimo gesto di generosità da parte dello sfortunato 34enne, che regalerà una vita migliore ai riceventi.
Quello di ieri è stato un brutto risveglio per la comunità di Segromigno, dove Lo Muscio era molto conosciuto. La famiglia è originaria di Messina ma vive qui da molti anni. Michele era cresciuto in Lucchesia e aveva frequentato le scuole medie a Camigliano. Aveva compiuto 34 anni da pochi giorni e gli amici gli avevano fatto gli auguri su Facebook. Aveva un legame speciale con la madre, a cui aveva dedicato parole amorevoli: «Lo so – scriveva sulla sua pagina – magari non sono stato un figlio perfetto e ho sbagliato tantissime volte nei tuoi confronti. Nonostante tutto mi hai sempre perdonato e difeso. Oggi mi rendo conto di avere una mamma speciale, la più dolce che un figlio possa desiderare».
In passato aveva lavorato al Monicaffè di via delle Ville, prima che l’attività venisse ceduta: dava una mano alla compagna Monica e organizzava le serate di karaoke, durante le quali cantava e intratteneva i clienti. Lavorava anche come pizzaiolo in un locale di Porcari. La notizia della morte di Michele ha fatto subito il giro della frazione, lasciando senza parole quanti conoscevano il 34enne che sul profilo Facebook, aveva aggiunto il soprannome di Tatanka. «È stato un pugno nello stomaco – dice Andrea Chelini, detto “Lunghetto†– Michele era un ragazzo solare che sapeva sorridere alla vita. Aveva un’energia particolare: se lo mettevi in mezzo
a una strada era capace di intrattenere i passanti con la sua simpatia. Con noi amici del bar non aveva mai parlato dei problemi al cuore. Giocavamo persino a calcetto, davvero non potevamo immaginare. Condoglianze alla famiglia e alla compagna. E un forte abbraccio ai suoi due bambini».
Fonte: Il Tirreno