LUCCA. Sono gli stranieri i grandi esclusi dalle graduatorie per le case popolari a seguito del bando di fine 2016. Era nelle previsioni ed è accaduto: l’effetto “legge regionale (la 41 del 2015)†è stato immediato sulla valutazione delle domande pervenute per richiedere l’assegnazione di una casa popolare. Per la suddivisione tra ammessi e non ammessi – oltre alla residenza anagrafica o una attività lavorativa stabile, esclusiva o principale in territorio toscano da almeno cinque anni – è stata determinante l’introduzione della clausola che prevede, per i cittadini di origine straniera, la presentazione di un documento, da richiedersi presso le ambasciate di riferimento, che comprovi l’assenza di proprietà immobiliari nel proprio paese di origine.
È successo così che la gran parte degli esclusi (al momento occorre dire in via temporanea, perché quanti non sono stati ammessi alla graduatoria per poter godere del beneficio della casa popolare, hanno un mese di tempo a disposizione a far data dalla pubblicazione della graduatoria nel proprio comune di residenza per presentare se possibile la documentazione integrativa) è composta da nuclei familiari di origine straniera.
«Grazie alla legge regionale e ai suoi regolamenti applicativi, nonché al Lode (livello ottimale d’esercizio, ndr) lucchese che ha emesso il bando per le case popolari – spiega Antonio Sichi, assessore alle case popolari di Lucca, comune capoluogo di provincia, e in quanto tale anche presidente del Lode – abbiamo raggiunto percentuali di ammessi ed esclusi rispettivamente del 55 e 45. A Lucca su 623 domande pervenute, 350 sono state ammesse e 273 escluse. Tra gli ammessi ci sono 236 nuclei familiari italiani e 114 stranieri, dove le nazionalità prevalenti sono romena, albanese e marocchina. Tra i 273 esclusi, 58 famiglie italiane e 215 straniere, in prevalenza albanesi e marocchine. Evidentemente le famiglie romene hanno presentato documenti esatti compreso quello comprovante l’assenza di proprietà in patria oltre che requisiti idonei. Non le famiglie delle altre nazionalità : o perché possiedono case nel proprio paese o perché non hanno presentato i documenti necessari. Sta di fatto comunque che grazie alla nuova legge regionale per la prima volta abbiamo una fotografia reale dell’emergenza abitativa in provincia di Lucca».
Va detto che i comuni del Lode lucchese hanno applicato la legge regionale 41 alle case popolari e non, come è accaduto a Cascina, per il contributo dal fondo affitti.
Sempre Sichi evidenzia come il rapporto 55 a 45 (rispettivamente tra domande ammesse e non) si ritrovi nella gran parte dei maggiori comuni della provincia (di cui pubblichiamo i dati nella tabella, ndr). «Ritroviamo la stessa percentuale di Lucca – spiega il presidente di Lode – ad esempio a Capannori, dove l’ufficio preposto insieme alla suddivisione tra ammessi e non ammessi ha già individuato tra i non ammessi 81 esclusioni sanabili e 18 insanabili. Percentuale simile a Lucca la troviamo anche a Massarosa, come ad Altopascio. I comuni della Piana di Lucca si può dire che mostrino una tendenza uniforme: ulteriore segnale dell’efficacia della legge regionale».
«Ci sono poi – continua – casi particolari, come quello di Pietrasanta, dove il numero di domande escluse è bassissimo. Invece Viareggio, comune che ha pubblicato il 13 febbraio la graduatoria con le domande ammesse e non, mostra un equilibrio con molte analogie a quello di Lucca».
Adesso
per avere i numeri definitivi degli aventi diritto ci saranno da attendere, in ogni comune, i trenta giorni dalla pubblicazione delle graduatorie per valutare tutte le domande sanabili che verranno ripresentate con la documentazione integrativa.
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Fonte: Il Tirreno