Porcari (LUCCA) –
LUCCA. L’aria respirata l’anno scorso nella nostra regione è mediocre, ma è migliore del 2015. Vento e pioggia ci hanno “salvato” dall’allarme inquinamento, ma non c’è da stare allegri. Anzi. Per quanto riguarda le polveri sottili (Pm10 e Pm2,5) non c’è nessuna città capoluogo di provincia che sfori i limiti di legge. Ma fate conto di uscire un attimo dalle città e la musica cambia: per i Pm10 la centralina di Capannori schizza a 44 giorni di superamento e quella di Montale, nel Pistoiese, la tallona con 43. Non va bene nemmeno la centralina di San Concordio che fa pari con i 35 giorni di sforamento consentito. È quanto emerge dal dossier Mal’aria 2017 di Legambiente Toscana presentato ieri mattina a Firenze dal presidente Fausto Ferruzza e dal responsabile Inquinamento Atmosferico Michele Urbano.
I numeri di mal’aria. Le polveri Pm 2,5 preoccupano di meno: non c’è nessuna centralina che superi il valore medio annuale limite (25 µg/m³), Montale e Capannori – sempre le stesse – però ci arrivano vicine (21µg/m³), sono abbastanza alte sia Prato-via Roma che Pisa-Borghetto con una media annuale di 18 µg/m³. Preoccupa molto l’ozono d’estate nel Fiorentino, nella Lucchesia, in Maremma e a Montale. A Settignano e a Signa le centraline schizzano sopra la soglia giornaliera di 120 µg/m³ per 49 e 45 giorni l’anno (il limite è 25). Va male anche in Maremma (47), Lucca-Carignano (45) e ancora Pistoia-Montale (43). Mentre il biossido d’azoto, che è il risultato del fumo che esce dai tubi di scappamento delle macchine e dai riscaldamenti delle case, viene segnalato ampiamente fuori dal limite di legge (40 µg/m³ di media all’anno) alla centralina di viale Gramsci (65 µg/m³) e via Ponte alle Mosse (41µg/m³) a Firenze, mentre viaggia poco sotto nelle centraline di Sonnino-Grosseto e Siena-Bracci (37) e Pisa-Borghetto (36).
Le istituzioni aspettano l’emergenza. Scatta l’allarme smog nella piana lucchese i primi di dicembre. I Comuni di Lucca, Capannori, Altopascio, Porcari e Montecarlo limitano la circolazione dei vecchi mezzi diesel e l’utilizzo dei camini. Sei sforamenti di polveri sottili in una settimana nel fiorentino sempre a dicembre. Scatta il blocco del traffico per cinque giorni. «È sempre la stessa storia. Le amministrazioni intervengono sempre all’ultimo tuffo con i Piani di azione comunale (Pac): fanno il blocco del traffico, impongono l’utilizzo limitato del riscaldamento, ma solo quando arriva l’emergenza»dice Michele Urbano. «Così però non c’è nessuna politica lungimirante di lotta all’inquinamento atmosferico, ci si ferma al presente, ma dobbiamo pretendere di più sia dai Comuni che dalla Regione», aggiunge Ferruzza. E poi c’è l’aggravante Arpat. «È un nervo scoperto – aggiunge Ferruzza – è stata depotenziata ed è ancora un mistero il vero motivo per cui abbiano pensionato anzitempo la presidente Sargentini», che nel frattempo ha fatto causa alla Regione chiamando in causa lo stesso presidente Rossi.
E i progetti presentati da
Legambiente? La rimessa in sesto della tratta ferroviaria Lucca-Pontedera (costo: 70 milioni), l’Aurelia su ferro, il cabotaggio merci via mare da un porto all’altro, il collegamento treno-tramvia nella piana fiorentina rivalutando le stazioni minori. Per il momento tutti chiusi nel cassetto.
Fonte: Il Tirreno