Porcari (LUCCA) –
PORCARI. Senza classificazione industriale niente ammortizzatori sociali. Una nuova doccia fredda per i lavoratori della Snai. Quello che era un timore rischia di diventare una certezza: l’Inps, infatti, sarebbe orientata a considerare questi dipendenti come appartenenti al comparto del terziario e non dell’industria, come invece era stato finora, togliendo l’unico paracadute possibile ai 62 dipendenti a rischio licenziamento, ossia i contratti di solidarietà e la cassa integrazione.
Un dramma nel dramma che fa salire la tensione tra i lavoratori, i quali, di fronte a un piano di esuberi dichiarati, ora vedono gli ammortizzatori sociali in bilico. A lanciare l’allarme è Massimo Braccini, coordinatore nazionale Fiom per la vertenza Snai: «Sarebbe la grande beffa dei lavoratori. Da indiscrezioni ci risulta che l’Inps sia orientata a non riconoscere i codici previdenziali industria, e questo aprirebbe scenari pesanti per i lavoratori Snai perché verrebbero a mancare gli ammortizzatori sociali necessari per gestire la crisi. Riteniamo assurdo che ai lavoratori possa venir negato il diritto alla cassa integrazione e ai contratti di solidarietà dopo 15 anni di versamenti nel settore industria».
Braccini chiede immediatamente un tavolo di confronto con i vertici della Snaitech (questa la nuova denominazione) per trovare una via d’uscita: «L’azienda ha il dovere di convocare urgentemente un incontro sindacale e spiegare quali indirizzi e azioni intenda assumere nei confronti dell’Inps qualora non fosse riconosciuta la classificazione aziendale dell’industria, visto che compete all’impresa l’eventuale ricorso nei confronti dell’ente previdenziale. Si rende inoltre necessario un incontro urgente al ministero dell’industria per chiarire come si intenda fronteggiare una crisi aziendale così complessa, e quali strumenti ed azioni si intendano assumere per dare risposte ai lavoratori per evitare i licenziamenti».
Una situazione paradossale secondo il coordinatore della Fiom: «Appare incomprensibile il motivo per cui l’Inps abbia potuto permettere e riconosca tutt’ora alla Snai di essere assoggettata ai versamenti contributivi e inquadramento previdenziale dell’industria e poi lo vada a negare. Siamo di fronte ad un caso singolare che apre un precedente unico e pericoloso».
Si annuncia quindi una primavera infuocata
sul fronte sindacale: «A questa situazione bisognerà rispondere in qualsiasi forma sindacale, legale e istituzionale, ben sapendo che non permetteremo che alla fine siano i lavoratori a pagare il conto di una palese ingiustizia sociale causata da leggerezze o interpretazioni burocratiche».
Fonte: Il Tirreno