FIRENZE – Con i fondi Fesr, ovvero i fondi europei per lo sviluppo regionale, sono stati creati 5.165 nuovi posti di lavoro tra il 2007 e il 2013 in Toscana – 2.162 sono donne, risultato superiore al target – e si è ridotto oltre il previsto pure l’inquinamento dovuto alle emissioni di gas serra. Se poi agli impatti diretti sui 7.731 progetti finanziati e che hanno generato investimenti per quasi due miliardi e mezzo – due su tre riguardano ricerca e sviluppo, innovazione e imprenditorialità , il resto mobilità e telecomunicazioni, sostenibilità ambientale ed energia, sistemi urbani e sviluppo territoriali – si sommano quelli sull’indotto e a monte delle imprese che hanno beneficiato dei finanziamenti, il valore aggiunto cresce ulteriormente e arriva a quasi 3 miliardi, di cui 1,8 in Toscana.
La Regione tira le somme del Por Fesr 2017-2013, che ha permesso in questi anni di riqualificare il patrimonio culturale, sostenere ricerca e sviluppo, ma anche l’internazionalizzazione delle imprese o la realizzazione della tranvia fiorentina. Ieri si era svolto l’evento annuale del programma operativo regionale, protagonisti appunto i progetti e le attività finanziate dal fondo europeo; oggi, nella seconda e ultima giornata di Toscana Tech, evento fiorentino dedicato all’innovazione, si è riunito il comitato di sorveglianza. A presiederlo è stato il presidente della Toscana Enrico Rossi. “Chiudiamo il settennato passato con una spesa programmata pari al 125 per cento – sottolinea – . Avevamo infatti un numero di progetti superiori alle disponibilità ed abbiamo deciso di finanziarli attingendo ad altre risorse, nazionali e regionali, diverse dal Por”. Alle fine la spesa pubblica certificata alla commissione europea è stata così pari a 1 miliardo e 274 milioni.
“La scelta di investire sulle imprese più dinamiche si è rivelata giusta”, ripete anche oggi Rossi. “Chi ha beneficiato dei finanziamenti ha visto crescere del 3,1 % il numero degli addetti, di fronte ad un calo dell’intero sistema del 3,8 per cento”. La crisi ha colpito anche la Toscana certo, ma come ha sottolineato il direttore dell’Irpet, istituto di ricerca economica regionale, Stefano Casini Benvenuti, la Toscana è stata tra le regioni che meglio hanno retto. “Gli investimenti di 2,4 miliardi di euro generati dal Por nei sette anni – dice Rossi – corrispondono a quasi il 2 per cento degli investimenti fatti nello stesso periodo in Toscana, che non è affatto poco. Sono il 3,6 per mille del Pil regionale”. Â
Agli effetti temporanei della ‘fase di cantiere si sommano poi quelli permanenti. ” E quei numeri – sottolinea Rossi – ci dicono appunto che per ogni anno possiamo considerare 230 miliardi di euro di valore aggiunto e più di 3500 posti di lavoro, con un peso sull’economia pari al 2,2 per mille, una cifra che in assoluto  può  apparire modesta ma che assume invece un significato importante se si pensa che nei prossimi anni il numero  di posti di lavoro creati difficilmente supererà  le 10 mila unità “. E intanto proseguono gli interventi del successivo settennato.
Stamani è stata infatti l’occasione anche per il punto sul 2014-2020. La dota finanziaria complessiva a disposizione è di 792 milioni e la Toscana, caso unico tra le regioni d’Italia, ha avviato i primi bandi da subito, anticipando con proprie risorse i fondi necessari. Questo ha consentito già  a luglio 2014 di partire con i primi tre bandi dedicati a ricerca e sviluppo. A marzo è uscito il bando per il trasferimento dell’innovazione, rivolto ai gestori dei dodici distretti tecnologici che si mettono in squadra, poi quello sulle start up innovative, ancora ricerca e sviluppo, micro innovazione, le imprese giovanili turistiche e infine i bandi per l’efficientamento energetico delle imprese. Così alla fine sono 1548 i progetti ad oggi già finanziati, a fronte di 189 milioni di contributi.
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Fonte: Regione Toscana