Udine, 2 mar – Un ulteriore contributo alla ‘lettura’ del
Modello Friuli, che si è sviluppato con la ricostruzione dal
terremoto del 1976, e che come ha detto nell’occasione la
presidente della Regione, Debora Serracchiani, “è stato anche un
esempio del sentirsi parte di una comunità “, è quello che ha
fornito il ricercatore Gianfranco Ellero, con il libro ‘Il Friuli
Modello 1976-2016, Antonio Comelli e gli altri protagonisti’,
presentato a Udine, alla Fondazione Friuli.
La presidente, intervenuta in apertura dell’evento, ha ricordato
che nel quarantennale dall’evento del 1976, si è parlato molto
del Modello Friuli, “purtroppo – ha detto – in un contesto di
drammatica attualità “, in quanto in Centro Italia si sta vivendo
il dramma del Friuli di quarant’anni fa e sono molti i sindaci di
quelle aree oggi terremotate, che si sono rivolti al Friuli
Venezia Giulia non soltanto per chiedere un aiuto, ma anche per
recepire consigli e suggerimenti su come questo modello di
ricostruzione è stato realizzato e completato.
Si è trattato di “un modello di successo – ha detto Serracchiani
– grazie a personaggi straordinari come Antonio Comelli,
ricordato come il presidente della ricostruzione, ma anche ai
sindaci, che sono stati fondamentali, e alla collaborazione
istituzionale di alto livello”.
La presidente ha così ricordato che pochi giorni dopo il sisma, e
si tratta di fatti testimoniati anche nel libro di Ellero, il
Governo Moro chiamò l’allora presidente Comelli, chiedendogli di
farsi carico dell’emergenza e della ricostruzione.
“Il presidente Comelli accolse quell’invito – ha ricordato
Serracchiani – anche perché era supportato da tutte le forze
politiche che decisero di agire insieme, promulgando una legge
speciale”. E contestualmente trovando nei sindaci le figure che
si sono fatte carico della ricostruzione sul territorio, dando
visto in questo modo a un vero e proprio “modello di valori”.
“Un modello di valori – ha soggiunto la presidente – perché ci
siamo ritrovati come comunità ; siamo stati soprattutto una
comunità “.
“Chissà che oggi – ha proseguito – quegli stessi valori non
possano essere considerati attuali per ricreare proprio quel
senso di comunità del quale abbiamo bisogno, pur in un contesto
di difficoltà per tanti nostri cittadini”.
“Ecco che il Modello Friuli – ha concluso la presidente – è un
modello molto attuale per i valori che ha portato con sé, e per i
valori che ha dato alla nostra Regione”.
Nell’occasione Serracchiani ha portato ai presenti i saluti
dell’allora commissario straordinario, Giuseppe Zamberletti,
“figura eccezionale, che serba un ricordo bellissimo della nostra
regione e fu uno dei protagonisti del Modello Friuli”.
Il libro di Gianfranco Ellero, uno dei quindici uomini di cultura
friulani firmatari del Manifesto di artisti e intellettuali del
1976, che si impegnarono a sostenere la ricostruzione delle opere
d’arte e degli edifici monumentali com’erano e dov’erano,
rappresenta una lettura attenta del processo della rinascita.
Esso si basa sulle testimonianze, anche sul ricordo personale,
sulla ricerca, su una valutazione analitica delle varie fasi
della ripresa del Friuli dalle macerie del terremoto, e sul
confronto di date e documenti, per ricordare e dare un ruolo ai
protagonisti di allora.
L’interpretazione di Ellero mira a far conoscere la storia del
Friuli moderno, così come oggi lo intendiamo, percorrendo il
cammino della ripresa e dello sviluppo, dal 1976 ai nostri
giorni, per concentrare l’analisi del ricercatore soprattutto
sulle fasi iniziali del Modello Friuli che, viene sottolineato,
fu voluto dal Governo e da tutte le forze politiche di allora.
Alla presentazione del libro ‘Il Friuli modello 1976-2016’, dopo
i saluti introduttivi del presidente della Fondazione Friuli,
Lionello D’Agostini, e di Geremia Gomboso, vicepresidente
dell’istituto Ladin Furlan ‘Pre Checo Placerean’, il sodalizio
che ha sostenuto la pubblicazione, Sono intervenuti Fabio Di
Bernardo, presidente dell’associazione dei sindaci della
ricostruzione del Friuli e sindaco di Venzone, e Giuseppe
Bergamini, direttore del Museo diocesano e delle Gallerie del
Tiepolo di Udine.
ARC/CM/ppd
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia