LUCCA. Due donne, entrambe di Altopascio, che si ritrovano nella stessa stanza dopo due interventi di protesi complessi e “particolari†e che vogliono ringraziare pubblicamente per la professionalità il personale medico e infermieristico dell’ospedale San Luca.
È la storia di Ada Ulivieri e Edda Natalini, entrambe operate nei giorni scorsi dal direttore dell’ortopedia di Lucca Andrea Gallacci e dalla sua equipe, che stanno svolgendo la necessaria riabilitazione ma che cominciano già a camminare dopo anni di sofferenze. Ada Ulivieri era stata operata 6 anni fa di protesi all’anca destra in un altro ospedale. A causa di un’artrosi e di una evidente differenza di lunghezza degli arti aveva da tempo forti dolori. Il dottor Gallacci ha impiantato una protesi all’anca sinistra ed ha provveduto a riequilibrare la lunghezza degli arti: «Ringrazio di cuore il primario ed i sui collaboratori – evidenzia la signora Ada – per questo intervento perfettamente riuscito che mi consente di ritornare ad una vita normale dopo i problemi di questi ultimi anni. Sono stata operata giovedì scorso, 2 marzo, ed in questa settimana dovrei già tornare a casa. Mi sento veramente rinata, con due arti della stessa lunghezza e con la possibilità , appena terminata la riabilitazione, di tornare a camminare senza dolori». Edda Natalini, è stata sottoposta venerdì 24 febbraio, ad un intervento di protesizzazione ancora più complesso, per la presenza di una grave deformità bilaterale agli arti: «La mia vita – racconta la signora Edda – era divenuta insopportabile. Ormai non riuscivo più a camminare: ad ogni passo sentivo un dolore lancinante. Il dottor Gallacci ed i suoi collaboratori mi hanno spiegato che con un intervento difficile ma realizzabile qui a Lucca avrei potuto risolvere il mio problema e mi sono affidato completamente a questi professionisti. Sono anch’io molto soddisfatta di questi giorni di degenza qui al San Luca». È lo stesso direttore dell’ortopedia di Lucca ad illustrare gli interventi eseguiti sulle due pazienti di Altopascio: «Nel primo caso – evidenzia Gallacci – la questione più difficile da risolvere era legata ad una notevole differenza di lunghezza tra i due arti inferiori. Nel caso della signora Edda, la quale presentava una deformità davvero importante che aveva seriamente compromesso la sua mobilità , abbiamo effettuato un intervento di protesizzazione e di correzione degli assi, possibile anche grazie all’utilizzo di una chirurgia protesica di alta precisione eseguita con l’ausilio di computer. Un navigatore
guida la mano del chirurgo, che può così allineare in maniera perfetta le componenti protesiche da impiantare. L’utilizzo di questa tecnica permette tra l’altro di non praticare fori nelle ossa, come invece avviene con la metodica tradizionale, e quindi la perdita di sangue è minima».
Fonte: Il Tirreno