Porcari (LUCCA) –
PORCARI. La Snai farà ricorso contro la decisione dell’Inps di negare gli ammortizzatori sociali ai dipendenti dell’azienda leader nel settore delle scommesse. Nell’incontro di Roma tra direzione e sindacati la stessa azienda ha confermato il piano degli esuberi ed aprirà a giorni le procedure di mobilità . Calano tuttavia i numeri della crisi. Si passa da 90 a 68 lavoratori (e questa è una buona notizia), di cui 55 sono quelli che perderanno il posto di lavoro nella sede di Porcari, la più grande d’Italia. Un numero però ancora alto, anche se inferiore allo scenario di partenza.
Il 21 marzo i sindacati saranno convocati per dare il via ad una fase di concertazione della durata di 75 giorni. Poi si procederà con gli esuberi e gli ammortizzatori previsti dal settore terziari (e non quelli dell’attività industriale) in attesa di d un pronunciamento sul ricorso che avrà probabilmente tempi lunghi. Ed è questo un aspetto che agita i lavoratori in odore di licenziamento. Un quadro a tinte fosche quello emerso dall’incontro di ieri a Roma tra i vertici della Snai e i sindacalisti Fiom Cgil, Fim Cisl e Uil.
Ma andiamo con ordine. Innanzitutto dalla controversia con l’Inps che, dopo la fusione tra Snai e Cogemat, non riconosce la classificazione di attività industriale, qualificandola come società del terziario. In sintesi niente risorse per gli ammortizzatori sociali dei lavoratori metalmeccanici nonostante 15 anni di versamenti all’Inps. L’azienda impugnerà la decisione dell’istituto, ma nel frattempo non si fermano le procedure di licenziamento. «Come sindacati sosteniamo l’azione dell’azienda contro l’assurda posizione Inps e continueremo tutte le azioni per il riconoscimento dell’attività industriale della Snai» afferma Massimo Braccini della Cgil al termine dell’incontro tra il coordinamento nazionale sindacale e la direzione aziendale. Oltre agli esuberi ci sono 37 trasferimenti, «la gran parte ha trovato soluzione – dice Braccini – l’azienda procederà nei prossimi giorni ad aprire una a procedura di riduzione di personale ed un periodo di confronto sindacale per trovare soluzioni alternative ai licenziamenti potendo utilizzare specifici ammortizzatori sociali, anche se è evidente che quelli previsti dal terziario sono ridotti rispetto all’industria».
Posizione dura quella di Narcisa Pellegrini (Fim Cisl). «Queste settimane saranno decisive, ma non siamo soddisfatti dell’annuncio dell’azienda sugli esuberi, il cui presunto calo è dovuto al fatto che in questi mesi 22 lavoratori sono fuoriusciti volontariamente. A Porcari andranno persi tanti posti di lavoro ei lavoratori hanno bisogno di garanzie. Per questo siamo uniti all’azienda nella battaglia all’Inps». Un piano doloroso ma necessario per l’azienda che negli ultimi cinque anni ha cumulato perdite per circa 250 milioni di euro e un debito di 460 milioni. Una situazione che nell’autunno scorso ha portato Snai a decidere per l’unica opzione di “sopravvivenza†possibile, ovvero la fusione con il gruppo Cogemat, che ha portato ossigeno alle casse della
società con sede a Porcari (quella legale è a Milano), ed una drastica riduzione del personale cercando di contenere il numero degli esuberi. Oggi nella sede Snai di via Boccherini i lavoratori in assemblea saranno informati dell’incontro di Roma e valutare le e iniziative da intraprendere.
Fonte: Il Tirreno