Al via il bando del Psr 2014-2020 che finanzia, nei diversi settori produttivi, progetti comuni di aziende agricole, di trasformazione e commercializzazione. Caselli: “Più innovazione e più competitività per un comparto fondamentale del Made in Italy”
Insieme per promuovere la capacità di competere sui mercati, sostenere la redditività delle aziende agricole, incentivare l’innovazione.  Â
Parte con questi obiettivi il primo bando di filiera del Piano di sviluppo rurale 2014-2020. Le risorse a disposizione ammontano a 135,8 milioni di euro e serviranno per sostenere, nei diversi settori, progetti che riuniscano aziende agricole, di trasformazione e di commercializzazione. Considerando le diverse percentuali di contributo, comprese tra un minimo del 35% e un massimo del 70%, potranno essere innescati investimenti per oltre 370 milioni di euro. Â
L’eccessiva frammentazione e le piccole dimensioni aziendali sono uno dei mali storici dell’agricoltura italiana. Per questo il bando chiede alle imprese di condividere un progetto comune e di farlo attraverso un vero e proprio accordo con vincoli contrattuali, obblighi e responsabilità reciproche, tra i diversi attori della filiera, che dovrà valere per almeno tre anni trascorsi i due previsti per la fine del progetto. Le imprese che vorranno “associarsi†dovranno essere da almeno 5 per il comparto lattiero-caseario, ad almeno 18 per quello ortofrutticolo. Â
72,4 milioni per le aziende agricole, 52,4 per quelle agro-industriali. Le scadenze per le domandeÂ
Proprio per questa riconosciuta centralità del settore agricolo, su un totale di 135,8 milioni di euro la maggior parte delle risorse stanziate, pari a 72,4 milioni, andrà a sostenere gli investimenti delle aziende agricole, mentre 52,4 milioni sono riservati a quelle agroindustriali. Analogamente è previsto che in ogni progetto di filiera il quantitativo di materia prima provenga per almeno il 51% dalle imprese agricole aderenti all’accordo. Â
All’interno del progetto di filiera prevista anche la possibilità di iniziative pilota nel campo dell’innovazione (10 milioni) e della formazione professionale (1 milione di euro). Â
L’impresa capofila dovrà candidare la proposta di progetto di filiera entro il prossimo 28 aprile. Verrà così redatto un catalogo dei progetti di filiera cui le singole imprese agricole e agroindustriali potranno aderire entro il 14 luglio. Entro il 31 luglio l’azienda capofila dovrà completare la presentazione del progetto di filiera.  Â
L’istruttoria delle domande sulle singole operazioni avrà una prima scadenza il 15 dicembre, mentre la graduatoria finale verrà pubblicata entro il 28 febbraio 2018.    Â
Ammodernamento tecnologico, sostenibilità ambientale, qualità delle produzioni, commercializzazione e logisticaÂ
Nuove tecnologie per ridurre le emissioni in atmosfera, tagliare i consumi idrici e di energia. Innovazione di prodotto e di processo per migliorare la commercializzazione e la logistica, la raccolta, la conservazione, lo stoccaggio e il trasporto dei prodotti. E ancora: investimenti per diversificare e innovare le produzioni, accrescerne la salubrità , la qualità , la distintività e il valore aggiunto. Sono questi alcuni degli obiettivi attorno a cui potrà essere costituito il progetto. Le aziende dovranno operare in successivi anelli della stessa filiera, a partire da quelle di produzione e di trasformazione/commercializzazione. L’accordo potrà prevede anche la fase di distribuzione. Â
Il bando è rivolto a tutti i principali settori dell’agroalimentare emiliano-romagnolo, da quello lattiero-caseario, a quelli delle carni suine, avicole e delle uova, passando per i comparti ortofrutticolo, vitivinicolo, dei seminativi (cerealicolo, bieticolo-saccarifero), delle oleoproteaginose come la soia e il girasole, foraggere e sementiere.  Non mancano le filiere cosiddette minori, come ad esempio quelle dell’olio d’oliva, dell’aceto balsamico, della frutta a guscio, del comparto vivaistico e della canapa.Â
Ad ogni filiera, sulla base del peso storico, ma anche delle potenzialità di crescita e delle sinergie con altre politiche di intervento, il bando destina una percentuale di risorse che vanno da un massimo di 27.160.00 euro per il lattiero caseario a un minimo di 6.790.000 euro per oleoproteaginose, foraggere e sementiere. Â
Contributi dal 35 al 70%Â
Le percentuali di contributo andranno dal 35% degli investimenti per le imprese agricole delle zone ordinarie e per quelle di trasformazione, al 45% per le aziende agricole condotte da giovani o operanti in zione svantaggiate, al 70% per i progetti di innovazione. Le spese ammissibili per singolo progetto di filiera vanno da un minimo di 500mila a un massimo di 10 milioni, con deroga a 200mila e 2 milioni per i settori produttivi minori. Analogamente il Programma stabilisce il numero minimo di aziende produttrici che dovranno mettersi insieme per ciascun comparto: da almeno 5 aziende per il settore lattiero-caseario, ad almeno 18 per l’ortofrutticolo. Il progetto di filiera sarà selezionato in base all’applicazione dei seguenti principi: tipologia dell’accordo; vantaggio per le imprese agricole di produzione partecipanti all’accordo; numero di imprese agricole di produzione partecipanti quali “beneficiari direttiâ€; quantitativi di materia prima cui il progetto è dedicato; accordi che prevedono la fase di distribuzione; consolidamento e sviluppo delle produzioni a qualità regolamentata; numero di imprese di trasformazione/commercializzazione; progetti di innovazione; investimenti ricadenti in aree interne e in aree soggette a vincoli naturali; vantaggi per l’occupazione comprovati da accordi siglati con le parti sociali; adesione delle imprese agricole alla Rete del lavoro di qualità .Â
Fonte: Regione Emilia Romagna