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ALTOPASCIO Dal Tau alla maglia azzurra con il mito di Cannavaro

ALTOPASCIO. Diciotto anni, di cui 14 passati a rincorrere un pallone, e una sola grande ambizione: emulare Fabio Cannavaro e diventare un giocatore professionista. Stiamo parlando di Antonio Carfagna, classe 1999, difensore centrale cresciuto nel Tau Calcio, per il quale ha contribuito al clamoroso risultato della passata stagione degli allievi élite, vincitori del campionato regionale, e la scorsa settimana in forze della rappresentativa Under 18 della Lega Nazionale Dilettanti, impegnata nel Trofeo Internazionale di calcio giovanile Roma Caput Mundi.

«Per me è stata un’emozione enorme – commenta Antonio Carfagna -: indossare la maglia della Nazionale è una sensazione inspiegabile. Ho rappresentato il mio paese, sono stato scelto tra tanti altri giocatori: tutto questo è incredibile. Un risultato che mi spinge a lavorare ancora di più, per dare il massimo e continuare a crescere».

Tolta la casacca amaranto, Carfagna è stato scelto dalla Larcianese per completare la rosa della prima squadra. Un salto di qualità importante, un riconoscimento di grande livello per un ragazzo abituato a giocare con coetanei e che adesso affronta giocatori ben più grandi di lui.

Antonio, che frequenta la quarta superiore dell’Istituto tecnico “Marchi-Forti” di Pescia, nei giorni scorsi ha indossato la maglia azzurra con orgoglio e sorpresa, avverando così il sogno di molti.

Un percorso, quello della Lega Nazionale Dilettanti, che ha portato gli azzurrini under 18, dopo le vittorie contro l’Inghilterra e Malta, a disputare la semifinale contro l’Albania, cadendo poi sui calci di rigore per 4-2.

Il Caput Mundi è stato poi vinto proprio dall’Albania per 2-0 contro la Romania. Una convocazione che ha riempito d’orgoglio non solo il giocatore, ma anche tutta l’Asd Tau Calcio Altopascio.

Parole cariche d’emozione sono state espresse dall’ex allenatore di Carfagna, Riccardo Bartalucci: «Antonio è un ragazzo serio, capace di una grande concentrazione e di un’umiltà superiore alla media. Sono felice per lui, per questa convocazione: è un ragazzo che ci crede, che si impegna molto. Farà grandi cose».

Piccoli campioni crescono, quindi. Ma senza perdere il senso e l’importanza

delle proprie radici. «Sono felice del percorso che sto intraprendendo – conclude il ragazzo – delle persone che ho incontrato e delle squadre in cui ho giocato. L’anno al Tau è stato splendido, eravamo una grande squadra, unita sia fuori che dentro il campo».

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Fonte: Il Tirreno