CARRARA (Ms) – “Quella delle cave è una questione nazionale e sono felice che finalmente siano arrivati qui per prendere visione diretta di questa realtà i rappresentanti di tre ministeri, Sviluppo economico, Lavoro e Ambiente, che avevamo ripetutamente invitato. Abbiamo anche chiesto una normativa generale che tuteli la sicurezza del lavoro in cava ed una legge specifica sull’utilizzo del filo diamantato. In questo settore i temi fondamentali sono quelli della sicurezza dei lavoratori e della tutela dell’ambiente”.
Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, sintetizza così il significato della sua visita, accompagnato dal sindaco Angelo Zubbani, alla Cava Gioia di Carrara, gestita da una cooperativa che impiega oltre cento addetti. Con alcuni di loro ha poi pranzato nella mensa aziendale, insieme al procuratore di Massa Aldo Giubilaro, prima di recarsi in Procura dove oltre al padrone di casa c’erano ad attenderlo anche i procuratori di Genova, Lucca e Firenze, insieme al prefetto di Massa-Carrara e ai vertici del comando Regione carabinieri forestale Toscana.
Un vero summit delle massime autorità che hanno firmato il 30 gennaio scorso a Firenze il “Protocollo per la salvaguardia della legalità e la promozione dello sviluppo sostenibile dell’attività estrattiva nel distretto apuo versiliese”.
“Alla sua attuazione – ha precisato Rossi – lavoreremo con tenacia e determinazione, pur consapevoli che i problemi non si risolvono in tempi rapidi e che occorre produrre una svolta graduale. Attiveremo una quantità di controlli sulla sicurezza e sull’ambiente come non é mai accaduto prima d’ora. È necessario tenere insieme progresso tecnologico delle lavorazioni e sicurezza dei lavoratori. Ed è opportuno che i passi repressivi siano accompagnati da un passo normativo”.
Così il presidente della Regione ha annunciato che scriverà ai tre ministri competenti chiedendo loro di istituire un tavolo nazionale che si occupi delle attività estrattive e dei problemi che determinano.
“Tra questi – ha poi precisato il presidente – ci sono le questioni ambientali. Proseguiremo dunque con le verifiche sulla staticità dei versanti e sui ravaneti. Poi ci metteremo in grado di compiere una verifica autonoma sulla quantità dei materiali estratti, per arrivare a programmare ogni anno i quantitativi asportabili. Daremo periodicamente conto delle varie attività previste dal Protocollo. Non ci fermeremo, anche se giudico comprensibile la richiesta di gradualità negli interventi. Però occorre che tutti abbiano la consapevolezza che non si può andare avanti così. Intendiamo anche ascoltare i suggerimenti e gli stimoli che ci verranno dalle forze sociali. Noi le nostre forze le metteremo tutte per produrre un cambiamento reale in questo delicato settore”.
Nel corso dell’incontro in Procura é stato annunciato che dei 20 organici aggiuntivi promessi, 10 sono già arrivati a sostenere il lavoro delle Procure: 6 in quella di Massa e 4 in quella di Lucca.
Fonte: Regione Toscana