Giovani richiedenti asilo impegnati come volontari nella coltivazione di alberi da frutto e piante officinali come lavanda, salvia e rosmarino, ma anche nella potatura degli olivi e nel taglio delle erbacce: sono alcune delle attività che vengono svolte da otto giovani profughi coinvolti nel progetto ‘Accogliamo sorrisi’, avviato a gennaio dalla cooperativa sociale Fontenuova, che ha sede in via B. Fortini 143.
I ragazzi sono ospitati in tre strutture di accoglienza (due a Firenze e una a Bagno a Ripoli) gestite dalle cooperative Cenacolo e Cristoforo.
‘Accogliamo sorrisi’ per il momento coinvolge complessivamente otto richiedenti asilo (tutti con regolare assicurazione Inail), divisi in due gruppi di quattro, il primo gruppo ha iniziato a gennaio nei giorni di mercoledì e giovedì dalle 9.30 alle 12.30. Ogni persona coinvolta partecipa per sei mesi al progetto come volontario due volte a settimana per tre ore. I ragazzi fanno da ‘supporto’ all’attività agricola che viene svolta quotidianamente dagli utenti del Centro diurno, frequentato da persone portatrici di handicap psicofisici e tutte le operazioni si svolgono sotto la supervisione di un educatore e con l’aiuto di altri volontari che frequentano Fontenuova. Numerosi i lavoretti che svolgono immersi nel verde di via Fortini: dalla cura e dalla potatura di rose e alberi da frutto, alla preparazione del terreno per coltivazioni, passando per l’annaffiatura e la semina dei campi fino alla coltivazione, raccolta e preparazione della lavanda per la sua distillazione.
Con il progetto ‘Accogliamo Sorrisi’ è iniziato un percorso per un’accoglienza consapevole dei profughi che durerà fino al 17 di giugno, data in cui si svolgerà l’annuale festa della lavanda.
“Teniamo molto a questo progetto che vede protagonisti otto giovani richiedenti asilo impegnati in attività non solo di volontariato, ma anche di socializzazione, sensibilizzazione e integrazione – ha detto l’assessore all’Accoglienza Sara Funaro -. Tra il Comune, la cooperativa Fontenuova e le cooperative che gestiscono le accoglienze dei profughi è nato un connubio forte che vogliamo rafforzare sempre più nella direzione dell’integrazioneâ€. “Noi pensiamo che sia un valore aggiunto la collaborazione tra i ragazzi stranieri e le persone disabili che frequentano il Centro diurno di via Fortini – ha continuato – e siamo al lavoro con le associazioni del territorio per implementare il più possibile le attività di volontariato. Sono tante le realtà associative che hanno aderito e ci auguriamo che il numero crescaâ€.
“I giovani profughi che vengono accolti in Italia si trovano inizialmente in una fase di limbo in cui ricevono accoglienza abitativa e formazione – ha detto la presidente della cooperativa Patrizia Ragazzini -, ma per evitare la ghettizzazione e l’emarginazione occorre il coinvolgimento sociale e comunitario. Il nostro progetto vuole inserirsi in questo momento delicato favorendone la partecipazione attiva come volontari in un contesto di micro-comunità dove più soggetti collaborano insieme per raggiungere lo stesso obiettivo. Il lavoro comune diventa un mezzo per comunicare, scambiarsi sensazioni ed emozioni. Per la nostra piccola cooperativa, essere disposti ad ampliare la conoscenza di persone provenienti da Paesi e culture diverse, con vissuti emotivi importanti, è un arricchimento interno che può giovare reciprocamenteâ€. “Questo primo periodo che passeranno in Italia è importante per il loro percorso futuro – ha continuato la presidente -. Accoglierli a Fontenuova, anche per un periodo limitato di tempo, può essere comunque utile per apprendere come si lavora in Italia e consente loro di rendersi utili a vantaggio della comunità che li ospita, di apprendere la cultura della responsabilità e dei doveri sociali, un percorso che tornerà loro utile sia se decideranno di restare in Italia, sia se si sposteranno in Europaâ€.
La cooperativa sociale Fontenuova gestisce vari servizi come il Centro diurno, che accoglie 12 persone portatori di handicap psicofisici che si occupano di tessitura a telaio manuale, coltivazione e lavorazione di erbe officinali, rose, alberi da frutto, olivi, coltivazione di un orto biologico, preparazione comunitaria dei pasti e acquisto dei generi alimentari, organizzazione di feste ed eventi sociali e culturali della cooperativa; l’autonomia abitativa, che è un gruppo appartamento formato da 3/4 persone con disagi psichici, che vivono in una realtà a dimensione familiare, dove sono sostenuti per sviluppare capacità di vita autonoma attraverso la responsabilizzazione nella gestione della casa, del lavoro e nell’organizzazione del tempo libero. Il progetto dell’autonomia abitativa prevede il coinvolgimento di alcuni volontari che partecipano settimanalmente alle attività di socializzazione e all’interno dell’abitazione abitano uno o due volontari che stimolano relazioni positive e comunicazione tra gli ospiti ed il contesto sociale; e infine il progetto degli orti sociali biologici (in collaborazione con il Quartiere 3): all’interno dell’oliveta sono stati ricavati piccoli appezzamenti di terreno, che vengono assegnati a volontari che offrono anche la loro collaborazione per la gestione dell’orto biologico destinato al Centro diurno della cooperativa stessa. (fp)
Fonte: Comune di Firenze