LUCCA. Non ha corso, ma è stato ed è ancora un pilastro dell’Usd Montecarlo, da sempre una fucina di campione delle due ruote. Giuliano Domenichini, classe 1947, nasce contadino. Nella Fattoria del Teso a Montecarlo dove suo padre Vasco era mezzadro e doveva dividere il raccolto con i proprietari: «Mio padre prima di morire riuscì ad acquistarmi una bicicletta marca Vittoria ed io la usavo per andare a lavorare in un’autofficina di riparazione ad Altopascio gestita da mio zio Ivo Ferroni. Dovevo dare una mano a livello economico alla mia famiglia a mia mamma e mia sorella Deanna». L’unica sua passione era il ciclismo anche per l’amicizia che lo legava a Cesare e Walter Riccomi suoi vicini di casa. Cesare era già un corridore e Walter lo sarebbe diventato da li a poco tempo, per poi passare professionista dal 1973 al 1979 e nel 1976, nell’anno in cui Felice Gimondi vinse il suo terzo Giro d’Italia, Walter Riccomi giunse quinto al Tour de France, primo degli italiani. Ma il giovane Giuliano Domenichini non aveva molto tempo da dedicare al ciclismo. La povertà non era una corsa ciclistica. «La sera, dopo una giornata di lavoro, arrivavo a casa tardi e pedalavo veloce solo per tornare in fretta, mangiare e andare a dormire perché il giorno dopo iniziava un’altra giornata lavorativa. Feci il corso tecnico a Novoli di Torino per acquisire sicurezza nel lavoro in officina e mi rilasciarono l’attestato di idoneità . Ho continuato a lavorare fino al 1967 quando fui chiamato sotto le armi. Quindici mesi trascorsi a Coverciano nel reparto automobilistico ad aggiustare auto scassate e camionette dei militari. Nei miei pensieri però c’era sempre il ciclismo. Avrei voluto essere un dirigente di una squadra per andare a vedere le corse. Amavo vedere il passaggio dei corridori: tifavo per Gimondi, ma ammirava Merckx e Gianni Motta. Però quello che mi dava più emozioni era Franco Bitossi per la sua generosità in corsa, perché era un grande lottatore».
Dirigente del ciclismo. Una volta congedato dal servizio di leva Giuliano entrò a far parte del consiglio direttivo del Montecarlo, l’unica società ciclistica della sua vita. Era amico dei fondatori Ferruccio Ciuffardi,che considera un maestro, Alvaro Capocchi, Duilio Forassiepi e il dottor Cesare Carmignani. «Da allora mi sono perso poche corse della squadra.Ricordo i primi corridori e le prime vittorie con i vari Lido Celli, Luigi Bianchi e Leonardo Agli. Acquistai le prime biciclette da corsa. Una Rugani ed una Franceschi nel suo negozio a S.Vito. Facevo il cicloturista e la utilizzavo per andare a vedere le corse. Purtroppo da 25 anni per ragioni di salute non ho più potuto salire in sella ed ho dovuto deporre la bici in cantina. Nel 1976 divenni vice presidente della società ,una carica che ricopro tutt’ora come del resto il presidente Ferdinando Di Galante, mio vicino di casa. Siamo sempre stati in sintonia su tutto». Nel frattempo il lavoro andava bene e Giuliano raggiunse un migliore equilibrio tra lavoro, famiglia e vita sociale. Nel 1973 si sposò con Naila Di Giulio e dalla loro unione sono nati i due figli Simona di 44 anni e David di 36 anni.
Asd Montecarlo, Nel 1985 arrivò ad indossare i colori grigiorossi del Montecarlo Michele Bartoli,il più grande corridore mai tesserato dal club. A consentire il passaggio fu determinante l’amicizia fra il montecarlese Piero Celli e Graziano Bartoli,padre di Michele. L’atleta, nativo di S.Giovanni alla Vena era, un vero fenomeno.Un anno da Allievo colse 14 affermazioni, ma anche da Juniores si confermava infallibile nelle gare più importanti. In squadra era in sintonia con Daniele Celli, pure lui vittorioso in qualche gara. Poi Michele si sposò con Alessandra, figlia dello storico D.S.Ferruccio Ciuffardi e non si è più mosso da Montecarlo facendo una gloriosa carriera professionistica che lo ha fatto diventare negli anni Novanta uno fra i più forti corridori del mondo.«Altri atleti che vincevano per la nostra squadra erano Marco Giovannetti, Franco Martini e Daniele Franceschini. Fra le maglie che abbiamo conquistato ricordo quella di campione toscano nel Ciclocross con Michele Bartoli ed anche con suo fratello Mauro. Più recenti i successi con Matteo Ghilardi, Simone Peschiera e Nicolas Nesi. Nel 2011 vincemmo anche il titolo italiano in linea nella categoria allievi a Povegliano con Federico Monti». Giuliano si è dimostrato un leader nell’educazione e nella disciplina agendo con imparzialità ed intervenendo per garantire tranquillità ed affiatamento nella squadra. Nella storia del Montecarlo una parte di rilievo la occupano anche Mario Riccomi, Cristiano Campinoti,Maurizio Panattoni, Silvano Isolani e Lorenzo Ratto.«Il successo di Monti a Povegliano in provincia di Treviso la festeggiammo all’autogrill in Autostrada. Ero così felice ed orgoglioso di questa vittoria…Poi la cerimonia ufficiale in paese al Casolare dei Fiori».
La lista dei corridori del Montecarlo che hanno vinto è lunghissima. Difficile ricordarli tutti in 57 anni di storia. Una fedeltà difficilmente riscontrabile in altre società ciclistiche riguarda il ds Domenico Pellegrini al quale non è mai venuta la tentazione di cambiare maglia. La sede sociale è da anni nei locali del Palazzo Carmignani, affidati dal Comune alla società grigiorossa. «Quanti ricordi. Prima delle corse prepariamo ai nostri
atleti il pranzo. Io aiuto in cucina il cuoco Attilio Borrini. Ora che sono in pensione ho più tempo da dedicare alla squadra e nei momenti liberi guardo le corse alla TV sintonizzandomi con Tele Iride e Gastone Nencini, canale 616,e leggo Il Tirreno per tenermi aggiornato sul ciclismo».
Fonte: Il Tirreno