Il clima nuovo “si deve al lavoro svolto negli anni dal Presidente Napolitano e poi da Mattarella, che hanno permesso un approccio più sereno a questi temi. Questo cambiamento rappresenta anche la speranza che dopo tanto tempo le questioni poste su questo Tavolo finalmente si risolvano” ha detto la presidente.
Trieste, 29 marzo – Il tavolo di confronto tra il Governo e le associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati è stato riavviato oggi a Palazzo Chigi, presieduto dalla sottosegretaria di Stato alla presidenza del Consiglio, Maria Elena Boschi, alla presenza della presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, dell’assessore regionale alla Cultura, Gianni Torrenti, dei rappresentanti dei ministeri dell’Economia e delle Finanze, degli Affari Esteri e dei Beni e delle Attività culturali.
Dopo l’introduzione di Boschi, che ha dato atto alla Regione Fvg di “aver mantenuto nel tempo un’attenzione costante sul tema degli esuli, testimoniata dalla presenza della presidente Serracchiani”, diverse considerazioni sono state svolte da tutti i partecipanti.
Dalla compagine delle associazioni è stata espressa soddisfazione per la riconvocazione del tavolo, un risultato “per il quale tanti hanno lavorato”, ha ricordato il presidente di Federesuli, Antonio Ballarin, che ha poi spiegato come i punti fondamentali non siano necessariamente solo di carattere monetario, ma anche “questioni che hanno a che fare con la memoria, con la scuola, con l’identità , magari più semplici.
La questione anagrafica, ad esempio, può essere stressante per chi la vive sulla propria pelle”, ha aggiunto riferendosi alle difficoltà che ancora incontrano molti esuli istrodalmati quando devono ottenere dei documenti in cui sia correttamente indicato il luogo di nascita, che spesso risulta essere non l’Italia ma uno Stato della ex Jugoslavia.
E poi il pagamento di tasse per chi riacquisti la casa perduta dopo l’Esodo, l’estensione della legge 92/04 ai casi di persone massacrate dopo il 1950, la tutela dei beni storici legati alla memoria dell’Esodo, la conservazione delle tombe, la tentazione del giustificazionismo che emerge in alcuni testi scolastici. Svariati dunque i temi, tra cui è stata inserita una nota nuova, quando è stato puntualizzato dal presidente dell’Associazione Venezia Giulia e Dalmazia, Renzo Codarin, per il quale “gli Esuli aiutano l’Italia a essere presente dall’altra parte dell’Adriatico”, a testimonianza di un clima decisamente cambiato, nei rapporti con la Slovenia e la Croazia, così come come con i cosiddetti “rimasti”, la comunità degli Italiani che tuttora vive là .
Una collaborazione rivendicata anche dall’Istituto di Studi Fiumani di Roma.È stata la presidente Serracchiani a sintetizzare il senso del clima nuovo “che si deve al lavoro svolto negli anni dal presidente Napolitano e poi da Mattarella, che hanno permesso un approccio più sereno a questi temi. Questo cambiamento rappresenta anche la speranza che dopo tanto tempo le questioni poste su questo tavolo finalmente si risolvano”.
La diversità dei problemi sul tavolo ha fatto ipotizzare la necessità di gruppi di lavoro tecnici separati all’assessore Torrenti, il quale ha sottolineato che “sicuramente non risolviamo i problemi facendo passare il tempo: questo sarebbe un vulnus autentico. Perché oltre alla tragedia delle foibe, va ricordato il dramma più silenzioso dell’Esodo, che ha trasformato un’area storicamente italiana, la cui cultura italiana, veneta, risale a secoli addietro e non va trascurata”.
Dunque, per Torrenti “sarebbe importante un piano per affiancare l’Istituto di ricerche storiche di Rovigno con un’analoga istituzione di alto livello in Italia”. È stato così sfiorato il nodo del riscatto dei fondi dovuti all’Italia, solidalmente, da Slovenia e Croazia a titolo di risarcimento per i beni immobili degli esuli istriani provenienti dalla ex zona B, che in passato si era ipotizzato di destinare alla creazione di una fondazione.
L’argomento, su cui Enrico de Cristofaro, dell’Unione degli Istriani, ha puntualizzato che “deve essere trattato usando massima cautela”, è stato rinviato ad ulteriore approfondimento dalla sottosegretaria Boschi.
Ed è condividendo la posizione pragmatica del professor Giuseppe de Vergottini del Coordinamento Adriatico che Boschi ha ritenuto “saggio individuare i temi che hanno possibilità di ottenere una risposta più veloce rispetto a quelli che sono verosimilmente più complessi e impegnativi”.
Di qui l’indicazione della sottosegretaria di partire con il coinvolgimento del Miur e del Mae per risolvere problemi puntuali, mentre con il Mef verrà costituito un gruppo che lavorerà sulle erogazioni previste dalla Legge 72 del 2001.
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Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia