Porcari (LUCCA) –
LUCCA. Si apre uno spiraglio nella vicenda di Snai: la società , che dopo la fusione con Cogetech ha assunto il nome di Snaitech, potrebbe fare marcia indietro sui licenziamenti. «La Snai – ha spiegato Gianfranco Simoncini, consigliere del governatore Enrico Rossi per il lavoro – potrebbe interrompere la procedura di mobilità per i 54 lavoratori e aprire all’ipotesi degli ammortizzatori sociali. La risposta ufficiale ancora non c’è. Diamo il tempo al consiglio di amministrazione di riunirsi di nuovo, ma potrebbe arrivare una risposta positiva alla richiesta avanzata dalla Regione».
La notizia arriva all’uscita dal secondo incontro a Palazzo Strozzi Sacrati, la sede della giunta regionale. Simoncini ci va coi piedi di piombo, ma la speranza si è riaccesa. Il momento è delicatissimo. Le lettere di licenziamento sono state spedite. Meglio dunque non forzare la mano, meglio usare il condizionale. Anche perché il conto alla rovescia dei 75 giorni è inesorabilmente partito. Non ci sono più scorciatoie: 45 giorni per chiarire in sede sindacale, 30 giorni al ministero del lavoro. E anche se l’azienda ufficialmente non prende posizione, potrebbe fare retromarcia. È la stessa Laura Campopiano – dirigente Snaitech – che ieri si è resa disponibile ad un percorso alternativo al licenziamento. Una finestra di dialogo che si è aperta nel confronto con Gianfranco Simoncini, il sindaco di Porcari Alberto Baccini e il consigliere regionale Pd Stefano Baccelli. «Per noi la sala scommesse Snai è molto importante. Il lavoro è per Porcari come il turismo per Cortina d’Ampezzo. La questione interessa circa quattrocento lavoratori del nostro comune: molti sono giovani e molte sono donne. Mi auguro che ci possa essere un ripensamento da parte dell’azienda», dice il sindaco Baccini.
«Giusto che Snaitech parli di efficientamento strutturale da portare avanti, ma non ci pare che ci sia tutta questa urgenza di mandare a casa altri lavoratori visto che una cinquantina sono già usciti», aggiunge il consigliere Baccelli. E sono gli stessi numeri messi in fila dalla Fim-Cisl che gli danno ragione: 22 lavoratori si sono dimessi volontariamente, 10 tempi determinati non sono stati rinnovati, 20 spostamenti nelle sedi Snai di Roma e Milano. La partita dei licenziamenti dunque sembra riaprirsi.
«Per la Regione – ricorda Simoncini – è necessario che vengano utilizzati da subito tutti gli ammortizzatori possibili per gestire questa prima fase e se alla fine rimanesse comunque un’esigenza di esuberi preoccuparsi poi di una gestione sociale anche di questi, magari con uscite incentivate». C’è inoltre un problema che rende ancora più necessaria la sospensione della procedura di mobilità . È il contenzioso aperto con l’Inps circa le procedure e il tipo di ammortizzatori attivabili.
L’inghippo sta nel diverso tipo di inquadramento tra i dipendenti Snai, che avevano un contratto da metalmeccanici, e Cogetech, con contratto del settore terziario e dunque il fondo FIisdi pertinenza. Per l’Inps è quest’ultimo che andrebbe attivato dalla nuova società , che però prevede coperture diverse e ammortizzatori meno estesi nel tempo. Tra questi: sei mesi di disoccupazione invece che 24. Non solo. Ci sarebbe pure il rischio di mandare in fumo tutti i 15 anni di contributi maggiori versati col contratto da metalmeccanici per i dipendenti Snai.
L’azienda intende su questo andare avanti fino al ricorso. Anche per questo, vista l’incertezza sugli ammortizzatori che si possono attivare, per la Regione
sarebbe utile sospendere le procedure di mobilità in questa fase. Non ci sarebbero del resto, numeri alla mano, ragioni di stretta urgenza.
La Regione è anche disponibile ad attivare un tavolo sindacati-aziende, pur consapevole che la vertenza è nazionale.
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Fonte: Il Tirreno