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ALTOPASCIO Il “sogno italiano” di Tini si realizza oggi in una panetteria

LUCCA. Aveva appena quindici anni quando sbarcò nel porto di Brindisi. Era arrivato dall’Albania con un barcone, insieme a decine di connazionali in fuga dalla loro patria in cerca di una vita migliore. Correva l’anno 2002 e Shendin Qosja, Tini per amici e parenti, approdava per la prima volta in Italia insieme a un cuginetto più piccolo. La famiglia, genitori e fratello, erano rimasti nella piccola cittadina albanese e vivevano dei proventi dell’agricoltura. A malincuore avevano consentito al figlio adolescente di abbandonare quella vita senza prospettive, per tentare una sorte più favorevole. Ma era giusto così. Tini era giovane e doveva avere un futuro migliore.

Per fortuna in Italia aveva un punto di riferimento. A Pescia abitava una cugina e qui il ragazzo abitò per qualche tempo, prima di essere trasferito a Lucca, al rifugio Carlo Del Prete che lo ospitò per oltre due anni. Da allora sono passati sedici anni e quel ragazzino è diventato un giovane uomo. Cinque anni fa si è sposato e oggi ha due figli, Diego e Martina di due e quattro anni e mezzo e vive a Picciorana. Una bella famiglia, ma per tirare avanti bisogna avere un lavoro, perché le spese sono tante e presto i piccoli andranno a scuola e ci sarà bisogno di guadagnare di più. Forse è proprio questo il momento di dare una svolta alla vita e rimboccarsi le maniche per cercare di costruire un futuro solido. Non da lavoratore dipendente, ma cercando di mettersi in proprio. Il lavoro comunque non gli è mai mancato, perché Tini non è mai stato con le mani in mano. Anche a costo di lavorare molte ore per pochi spiccioli. Per cinque anni ha fatto il falegname, poi ha trascorso due anni in cartiera e successivamente l’esperienza di un anno e mezzo in un forno di Altopascio, dove risiedeva in quel momento. Forse proprio qui è avvenuta la “folgorazione” con quella che sta diventando un’attività imprenditoriale, forte anche di un’esperienza quinquennale in una storica panetteria di Lucca. Il profumo e la fragranza del pane hanno dunque rapito questo giovane padre, tenace, determinato e ambizioso che ha imparato perfettamente il mestiere e che oggi, 1 aprile, alzerà la saracinesca del fondo al civico 72 di via Santa Croce che fino a poco tempo fa ospitava un negozio di articoli per l’infanzia e prima ancora una concessionaria di radiatori e un alimentari. L’appuntamento al “Forno da Tini” è per le 16 con un brindisi augurale per tutti. L’apertura al pubblico da lunedì. Un sogno che diventa realtà per Tini e la moglie Elda, ventisette anni, anch’essa albanese, conosciuta durante uno dei tanti viaggi del ragazzo per far visita ai genitori che ha continuato ad aiutare dall’Italia. Non sarà tutto rose e fiori e all’inizio dovranno fare molti sacrifici e lavorare sodo, lo sanno bene i due ragazzi, ma di coraggio ne hanno da vendere e con l’entusiasmo alle stelle, sono certi di avere intrapreso la strada giusta. È tutto pronto nel negozio completamente ristrutturato con arredi in legno nei toni dell’azzurro e una grande vetrina illuminata, dove saranno esposte le specialità prodotte direttamente nell’attrezzatissimo laboratorio attiguo nei forni elettrico e a vapore. Un ambiente sobrio, accogliente e molto luminoso, per realizzare il quale sono serviti circa tre mesi di lavoro. Ma il risultato non poteva essere migliore. «Mi alzerò ogni mattina alle quattro per preparare pane e focacce di ogni tipo – spiega Tino – e poi biscotti, pizzette e dolciumi da forno e avrò anche un vasto

assortimento di salumi, esclusivamente prodotti in Garfagnana, per farcire panini e focacce. Utilizzando ricette centenarie e uno speciale levame, preparerò anche un pane speciale che richiama i sapori del passato. E sarò lì ad aspettare i clienti sette giorni su sette, dalle 7.30 alle 19.30».

Fonte: Il Tirreno