Lucca –
Il 12 aprile è il 102º giorno del Calendario Gregoriano (il 103º negli anni bisestili). Mancano 263 giorni alla fine dell’anno.
Il Cristianesimo celebra:
Sant’Alferio, abate
San Basilio di Pario, vescovo
San Costantino di Gap, vescovo
San Damiano di Pavia, vescovo
San David Uribe Velasco, martire
Sant’Erchembodone di Thèrouanne, vescovo
Santi Ferdinando da Portalegre ed Eleuterio de Platea, martiri mercedari
San Giulio I, Papa
San Giuseppe Moscati, laico
San Saba il Goto, martire
Santa Teresa di Gesù delle Ande (Giovanna Fernandez Solar), monaca carmelitana
Santa Vissia di Fermo, vergine e martire
San Zeno, vescovo di Verona
San Basilio, vescovo – Chiesa ortodossa e Chiese greco-cattoliche di rito bizantino
Pietro Valdo, predicatore – Chiesa Luterana
Beato Lorenzo, sacerdote
Essendoci una comunità valdese ed una chiesa a Lucca, in via Gallitassi, oggi Vi parliamo di un Santo della Chiesa Luterana:
Valdo di Lione, noto anche come Pietro Valdo o Valdesio, in latino (Lione, 1140 – 1206 circa), che fu un mercante francese che ispirò lo sviluppo della Chiesa evangelica valdese.
La corrente valdese del cristianesimo nasce nel Medioevo, precisamente nel XII secolo, come movimento religioso, costituito da contadini e in genere da poveri, precede di poco quello promosso da Francesco d’Assisi. Tradizionalmente si fa risalire la fondazione del movimento a Valdo di Lione, in realtà , l’origine dei Valdesi si confonde con il grande fermento di movimenti pauperistici di riforma del Cristianesimo sviluppatisi nel corso del XII secolo.
Anche perché di Valdo non si hanno molte notizie certe. Forse veniva dal contado ed in città aveva fatto una fortuna, si dice anche prestando denaro, che distribuì tutta ai poveri, andando a mendicare con loro. A chi gli chiedeva spiegazione di un comportamento che poco dopo adotterà anche il Poverello d’Assisi, anch’egli proveniente da famiglia che commerciava in tessuti, rispondeva: “Se vi fosse dato di vedere e credere i tormenti futuri che ho visto e in cui credo, forse anche voi vi comportereste in modo simile!â€.
Si racconta che ciò sarebbe successo nella primavera del 1173: Valdo, ascoltando un giullare cantare la Légende de saint Alexis – un poema in langue d’oil del 1080 di Tedbaldo di Vernon, tratto da un’antica leggenda greca del V secolo – il punto in cui Alessio comunica alla moglie la sua decisione di vivere in povertà e castità avrebbe convinto Valdo a fare altrettanto. Il giorno dopo Valdo chiese consiglio a un maestro di teologia, che lo esortò a dare ai poveri tutti i suoi beni e a seguire una vita perfettamente cristiana.
I beni immobili furono lasciati alla moglie mentre il denaro venne in parte donato ai poveri e alle vittime della sua usura e in parte andò a costituire la dote delle due figlie destinate al convento di Fontevraud.
Il Terzo Concilio ecumenico lateranense si aprì a Roma il 5 marzo 1179; sono presenti anche Valdo e alcuni seguaci per chiedere l’approvazione della loro confraternita – che fu concessa – e il permesso di predicare.
Durante il convegno di Verona con l’imperatore Federico Barbarossa, l’unico Papa lucchese, Lucio III promulgò dalla Basilica di San Zeno, il 4 novembre 1184, la costituzione Ad abolendam diversarum haeresium pravitatem che si occupa dei mezzi da adottare per condurre a fondo la lotta contro le eresie, di fatto istituendo l’Inquisizione e la lotta armata contro gli eretici, si afferma: «Decretiamo dunque che siano colpiti da anatema perpetuo innanzi tutto i Catari e i Patarini e coloro che, con falso nome, affermano mentendo di essere Umiliati o Poveri di Lione, Passagini, Giuseppini, Arnaldisti» – e in generale contro coloro che professino dottrine non autorizzate sui sacramenti e che predichino senza essere stati autorizzati. Quell’anatema non si indirizza dunque contro i Poveri di Lione, ma contro coloro che si spacciassero per tali, segno che vi erano movimenti di predicatori il cui messaggio era molto vicino a quello contenuto nelle predicazione valdese. Ma è per poco. La predicazione attuata anche da laici e dalle donne, il rifiuto delle gerarchie e della supremazia di Roma, la negazione della transustanziazione (cioè l’idea della presenza reale e sostanziale di Cristo nell’Eucarestia), una visione aperta e critica delle Scritture, a cui si può accedere individualmente, non potevano essere accettate dalla universale e accentratrice Chiesa romana.
Fonte Verde Azzurro