Palmanova, 18 aprile – “Siamo soddisfatti di essere la seconda Regione in Italia dopo la Lombardia ad avere attivato il numero unico dell’emergenza, il 112, adeguandoci a una direttiva europea del 1991. Il numero unico rende più efficiente e più sicuro il servizio per i cittadini”.
E’ il commento della presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani al primo bilancio sull’attivazione del Numero unico per l’emergenza in Friuli Venezia Giulia, il 112, tratto oggi nella sala ottagonale della Protezione civile regionale a Palmanova.
Alla conferenza stampa sono intervenuti gli assessori regionali del Friuli Venezia Giulia Paolo Panontin (Protezione civile e Servizi informativi) e Maria Sandra Telesca (Salute e Integrazione socio-sanitaria), l’assessore regionale al Welfare della Lombardia Giulio Gallera, il direttore di Areu Lombardia Alberto Zoli – cui si deve il modello guida del Nue 112 -, Annapaola Porzio, commissario del Governo nel Friuli Venezia Giulia e prefetto di Trieste, il direttore della Protezione civile regionale Luciano Sulli e il sindaco di Palmanova Francesco Martines.
“Le persone che si occupano delle emergenze in Friuli Venezia Giulia sono di alta competenza professionale”, ha osservato Serracchiani e, dal punto di vista tecnico, “la separazione tra chi risponde e continua a parlare con la persona che chiede soccorso per capire qual è il problema e chi poi già interviene per mandare i mezzi di soccorso – ha rilevato la presidente della Regione – ha permesso di ridurre i tempi di risposta: questo per i nostri cittadini è un fatto estremamente positivo”.
Serracchiani ha ribadito che, nonostante il 112 sia già pienamente attivo, “i cittadini del Friuli Venezia Giulia potranno continuare a fare ancora gli stessi numeri delle emergenze finché il 112 non sarà operativo su tutto il territorio nazionale”. Ciò significa che chi formula al telefono il 113, il 115 o il 118 continua a ricevere la risposta dell’operatore, come accadeva in passato, e si attiva il medesimo servizio d’emergenza, sanitaria o no che sia.
E’ stato il direttore della Protezione civile regionale Luciano Sulli a fornire i primi riscontri del 112. Per quanto riguarda il filtro delle chiamate ad aprile, mese cui il servizio del Numero unico è partito, è emerso che già il 29 per cento di chi ha bisogno dei Vigili del Fuoco e il 20 per cento di chi cerca l’emergenza sanitaria utilizza il 112. In media le chiamate sono state 1.800 al giorno, di più rispetto alle previsioni e superiori, in proporzione, alla stessa Lombardia. Il traffico è stato maggiore nelle aree di Trieste e di Gorizia rispetto a quelle di Udine e Pordenone. Il capoluogo regionale, in particolare, ha generato da solo un traffico paragonabile a una città di 500mila abitanti.
Sulli ha riassunto i punti di forza del numero unico, in base agli esiti delle prime settimane di attivazione: il sistema è avviato, stabilizzato e affidabile; il personale è altamente motivato e il turnover è più basso del previsto (una sola fuoriuscita); i tempi di attesa e di gestione delle chiamate hanno un trend in costante miglioramento. Altri aspetti positivi sono, a giudizio di Sulli, il fatto che il sistema funziona anche nella gestione delle chiamate transfrontaliere e che una rilevante parte della popolazione comprende e usa già il Numero unico 112. Tra gli aspetti da migliorare, il capo della Protezione civile regionale ha indicato la necessità di eliminare le chiamate al 112 inappropriate – che non sono cioè per fini di emergenza -, l’obiettivo di ridurre il numero delle chiamate perse e l’opportunità di rinforzare gli organici, in modo da poter gestire eventuali situazioni di turnover.
Serracchiani ha espresso il suo ringraziamento al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni “per un lavoro fatto in stretta collaborazione”. Maroni, ha riferito Serracchiani, quando ha appreso di dover disertare l’appuntamento odierno di Palmanova per essere stato convocato all’ultimo a Palazzo Chigi, “era molto dispiaciuto e rammaricato”. L’assessore Gallera, che lo ha rappresentato, ha definito la collaborazione tra Lombardia e Friuli Venezia Giulia “un bellissimo momento di grande capacità operativa istituzionale” che nasce dalle Regioni, capaci di “mettere a disposizione competenza, mancanza di burocrazia e passione per il bene del Paese”.
Alberto Zoli, “papà ” del 112 lombardo che ha aperto la strada a quello del Friuli Venezia Giulia, ha annotato che “il numero unico per le emergenze, quando parte, fa nascere polemiche da parte di chi non lo conosce”. L’importante è ora che “tutte le Regioni possano crescere assieme”. Nelle prossime settimane, ha reso noto Zoli, anche Liguria, Piemonte e Val D’Aosta avvieranno il 112, già attivo a Roma. Entro giugno, si aggiungeranno Sicilia orientale, Alto Adige e Trentino, in modo che “entro la prossima estate 30 milioni di italiani saranno serviti dal 112”. ARC/PPH/ppd
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Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia