Martedì 18 aprile, è stata discussa in Commissione IV la Relazione valutativa di cui all’art. 7 della L.R. 17/2007 (Disposizioni in materia di prevenzione, cura e controllo del tabagismo).
La materia della prevenzione, cura e controllo del tabagismo è attualmente disciplinata dalla L.R. 17/07 che venne approvata pochi anni dopo l’entrata in vigore della Legge Sirchia sulla tutela della salute dei non fumatori, con la quale il divieto di fumo veniva applicato a tutti i locali chiusi. L’attuale legge regionale è stata recentemente modificata dalla L.R. 9/2016 che ha rafforzato il divieto di fumo nelle strutture sanitarie e nelle strutture scolastiche.
Tabagismo, una cattiva abitudine che si combatte con i corretti stili di vita
Infografica sull’abitudine al fumo in Emilia – Romagna
Relazione valutativa ai sensi dell’art. 7 L.R.17/07
Il tabagismo è un fenomeno complesso con aspetti di tipo socio – culturale, medico – psicologici, legali ed economici.
Esso rappresenta contemporaneamente sia uno stile di vita, sia una dipendenza. Il fumo di tabacco è un’abitudine che provoca dipendenza legata alla nicotina, e causa l’insorgenza di numerose patologie croniche, in particolare oncologiche, cardiovascolari e respiratorie, oltre a numerosi altri disturbi. In Italia costituisce la prima causa evitabile di morte prematura e si stima provochi dai 70.000 agli 85.000 decessi l’anno e ha conseguenze sulla salute delle persone esposte passivamente al fumo.
Tuttavia, per riuscire ad ottenere risultati inerenti alla modifica degli stili di vita sono necessari tempi lunghi e interventi che agiscano contemporaneamente sul target, inteso come singolo individuo e anche come gruppo, e sul contesto di vita. Di conseguenza, ogni anno l’Assessorato politiche per la salute sostiene e coordina i progetti di prevenzione, cura e disassuefazione realizzati nelle nostre AUSL, stanziando circa 60.000 euro all’anno di finanziamenti.
L’analisi sull’andamento del fenomeno del tabagismo e sui risultati dei progetti realizzati viene compiuta attraverso
- le valutazioni specifiche effettuate sugli interventi realizzati nel mondo della scuola;
- il sistema di sorveglianza PASSI avviato nel 2005 che raccoglie attraverso una serie di indagini campionarie, informazioni della popolazione italiana adulta (18 – 69 anni) sugli stili di vita e fattori di rischio comportamentali connessi all’insorgenza delle malattie croniche non trasmissibili e sul grado di conoscenza e adesione ai programmi di intervento che il Paese sta realizzando per la loro prevenzione;
-  lo studio HBSC, uno studio internazionale svolto ogni 4 anni sui comportamenti collegati alla salute in ragazzi di età scolare. L’indagine coinvolge i ragazzi di 11, 13 e 15 anni.
Diminuzione del numero dei fumatori attivi
In questi anni sono state realizzate in tutte le AUSL azioni mirate alla sensibilizzazione della popolazione sui danni alla salute dovuti al fumo, in collaborazione con i gruppi di coordinamento regionale sul tabagismo.
Dal sistema di sorveglianza PASSI risulta che nel periodo 2008 – 2015 i fumatori sono diminuiti e rappresentano il 28% della popolazione, pari a 838mila persone. La riduzione è più evidente tra le donne, nelle classi di età 18 – 49 anni, nelle persone con un titolo di studio elevato e senza problemi di tipo economico.
Diminuzione di persone esposte ad inalazione di fumo passivo
Dal sistema di sorveglianza PASSI risulta che nel periodo 2008 – 2015 la percentuale delle persone che dichiarano di potere fumare in casa è in netta diminuzione. La possibilità di fumare in casa è un comportamento rilevante soprattutto nelle abitazioni in cui vivono dei bambini. In Regione, nella maggior parte delle abitazioni (89%) in cui vive un minore sotto i 14 anni non si fuma, rispetto al 75% delle abitazioni in cui non vive un minore.
Aumentano quindi le “case libere da fumo†e questo come segno di crescita culturale che dalla legge del divieto nei luoghi pubblici conduce attraverso una maggiore consapevolezza dei danni del fumo passivo, dall’astensione di fumare anche negli ambienti di vita privati. Tale importante risultato è stato ottenuto grazie anche alla collaborazione dei Pediatri Libera Scelta, Medici Medicina Generale, Pediatria di Comunità . Ostetriche, reparti di ostetricia e ginecologia e consultori familiari.
Il rispetto dei divieti di fumare nei locali pubblici e nei luoghi di lavoro nella nostra Regione viene inoltre rispettato circa nell’80% dei casi.
Interventi di prevenzione nelle scuole e nei luoghi di lavoro
Dall’entrata in vigore della L.R. 17/07 tutte le AUSL della nostra Regione hanno stimolato i dirigenti scolastici a promuovere azioni informative ed educative volte a sensibilizzare personale scolastico e allievi sull’importanza della prevenzione dell’abitudine al fumo. Tali attività promuovono l’empowerment dei singoli studenti e la creazione nella scuola di un contesto favorevole all’assenza di fumo.
Sui luoghi di lavoro vengono invece effettuati interventi di prevenzione, cura e controllo del tabagismo, soprattutto in quei settori dove i lavoratori sono esposti a sostanze cancerogene e irritanti. Questi interventi vengono effettuati utilizzando l’approccio motivazionale.
In ogni AUSL sono inoltre attivi i CAF – Centri AntiFumo per sostenere coloro che vogliono smettere di fumare. Offrono trattamenti gratuiti individuali o di gruppo e adottano metodologie riconosciute ed efficaci. Di recente dei CAF sono stati aperti anche all’interno di luoghi di lavoro in collaborazione con la proprietà della ditta ed i rappresentanti dei lavoratori. Nel 2015 si sono rivolti ai CAF 1682 fumatori. La maggioranza si presenta autonomamente, il restante viene inviato dai servizi ospedalieri e dai MMG.
Conclusioni
Le politiche che sono state attuate dalla Regione Emilia – Romagna in tema di tabagismo stanno dando risultati positivi. Nei prossimi anni gli interventi si svolgeranno in modo integrato con i vari progetti del nuovo PRP 2015 – 2018.
Siccome si tratta di azioni volte ad agire sugli stili di vita, il monitoraggio e la valutazione degli effetti delle azioni realizzate dalle AUSL sarebbe meglio che avvenissero con cadenza quinquennale per avere tutti i dati necessari che permettano di trasmettere un documento realistico e completo, in quanto alcuni dati non possono essere disponibili nel breve periodo. È stato dunque presentato un progetto di legge per modificare la L.R. 17/07 affinché l’assessorato possa presentare ogni 5 anni la relazione sulla clausola valutativa e annualmente invece una informativa che trasmetta l’elaborazione dei dati di cui è attualmente in possesso.
Fonte: Regione Emilia Romagna