Ramuscello di Sesto al Reghena (Pn), 06 mag – “Servono grande
coesione sociale e capacità di capire che il mondo del lavoro sta
cambiando anche a seguito del progresso tecnologico. Ma non
bisogna scendere a compromessi con le conquiste ottenute”. Lo ha
detto il vicepresidente della Regione Sergio Bolzonello
partecipando oggi a Ramuscello di Sesto al Reghena alla veglia di
preghiera per il lavoro, svoltasi all’azienda Venchiaredo.
Alla presenza del vescovo della Diocesi di Pordenone Giuseppe
Pellegrini, del coordinatore della pastorale sociale e del lavoro
don Dario Roncadin, dei dipendenti e del presidente dell’azienda
ospitante Alessandro Driussi, il sindaco Marcello del Zotto ed il
consigliere regionale Daniele Gerolin, Bolzonello ha ricordato
come si stia verificando, in tempi molto rapidi, un cambio di
paradigma con il quale la società è chiamata a confrontarsi.
Prendendo come esempio il progresso tecnologico sempre più
presente all’interno delle imprese, il vicepresidente della
Regione ha messo in evidenza come la “Fabbrica 4.0” non sia
necessariamente in contrasto con il mondo del lavoro “a patto che
– ha detto – la società sia in grado di leggere questi
cambiamenti e sappia mettere in atto quei mutamenti che le
consentano di aprire nuovi orizzonti. Ne è un esempio il mondo
della scuola, che deve preparare i nostri ragazzi a professioni
ancora in embrione e che si svilupperanno negli anni”.
Bolzonello ha poi ricordato come “i cambiamenti da mettere in
atto saranno sempre più veloci, in quanto inseriti all’interno di
un contesto che non permette più di focalizzare l’attenzione solo
su ragionamenti di lungo periodo, ma richiede soluzioni
immediate”. Tuttavia, ha rimarcato il vicepresidente, ciò non
deve andare a discapito della dignità del lavoro “un valore
faticosamente conquistata nel secolo precedente e che oggi, più
che mai, va tutelato e rinsaldato attraverso la coesione sociale”.
Il vescovo, nel corso dell’omelia, ha esortato i presenti
affinchè si guardi al futuro con ottimismo “perchè il crollo
della speranza – ha spiegato monsignor Pellegrini – porta ad
estraniarci dalla vita sociale. Capita molto spesso – ha aggiunto
– che chi ha perso il lavoro si chiuda in se stesso, decretando
così un fallimento esistenziale e a volte familiare”.
ARC/AL/ppd
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia