Amministratori e rappresentanti di aziende a confronto sul fenomeno della rilocalizzazione
Negli ultimi anni l’Emilia-Romagna ha registrato 21 casi di reshoring, quindi imprese che hanno deciso di tornare a produrre nel proprio paese di origine, una cifra che rappresenta il 17,4% degli episodi registrati in tutta Italia e che posiziona la regione al secondo posto tra quelle italiane, seconda solo al Veneto.Â
Sono dati emersi da una ricerca condotta da Uni-Club MoRe Back-reshoring (gruppo di ricerca interuniversitario che monitora i casi, cui afferiscono anche gli atenei di Bologna e Modena-Reggio Emilia) presentata oggi presso la Giesse a Budrio (Bologna) dove si è tenuto il meeting conclusivo del progetto “Il fenomeno della rilocalizzazione produttiva (reshoring) in Emilia-Romagnaâ€, sviluppato dall’assessorato regionale alle Attività produttive in collaborazione con le Università di Bologna, Ferrara, Modena-Reggio Emilia e Parma.Â
L’evento, che si è tenuto presso la Giesse Spa (azienda emiliana protagonista di diverse operazioni di rilocalizzazione produttiva) è stato aperto dall’assessore regionale Palma Costi e concluso dall’intervento del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini.Â
Data l’importanza strategica del fenomeno, la Regione Emilia-Romagna ha intrapreso la ricerca in rete con gli atenei allo scopo di indagare il fenomeno, ma anche di progettare azioni integrate a supporto delle decisioni di rilocalizzazione produttiva.Â
Tra le aziende emiliane che hanno già effettuato un simile percorso, Argo Tractors, Beghelli, Giesse e Wayel, grazie alla cui disponibilità nel fornire informazioni e dati è stato ripercorso il processo che li ha condotti a riportare le attività produttive in Italia.
Tra le organizzazioni presenti al workshop anche aziende del territorio come Ima, Dallara, Bonfiglioli Toyota Lte, Touring Sense, Marini-Fayat e Soitec, istituzioni finanziarie come Unicredit, Unipol e Intesa San Paolo, i Comuni di Reggio Emilia e Fornovo, Città Metropolitana di Bologna, Ostellato, associazioni e istituzioni come Cna, Cgil, Cisl, Crit, Sipro ed enti di formazione e ricerca quali Its Maker, Itis di Fidenza, Iis Gadda e l’Università degli Studi dell’Aquila.
Fonte: Regione Emilia Romagna