L’assessore all’agricoltura della Regione Piemonte ribadisce le sue considerazioni sulla difesa del riso piemontese. L’etichettatura é fondamentale per qualsiasi settore agroalimentare, per il riso lo é ancora di più per la crisi che vive e per l’immobilismo che lo ha attraversato da molti anni. Quello del riso é un settore anonimo, l’industria lo compra dove vuole, e le importazioni sono aumentate, e il consumatore acquista un marchio italiano credendo di comprare riso italiano, mentre non è cosi con sicurezza.
L’etichettatura non è una norma protezionistica, ma di garanzia per il consumatore e di tutela anche per il produttore piemontese, che vedrebbe così valorizzato il proprio prodotto e resa più difficile la speculazione. L’etichettatura è una strada fortemente osteggiata dall’industria, che specula su una piccola sovrapproduzione di mercato, riducendo i prezzi in maniera ingiustificata, perché questi prezzi non vengono ridotti al consumo. Ma nel mercato del riso gli attori sono pochi e potrebbero anche fare cartello.
Secondo l’assessore regionale all’agricoltura il ritorno dei dazi attraverso la clausola di salvaguardia è una risposta giusta all’emergenza, che è stata chiesta e sostenuta, ma l’etichettatura obbligatoria, voluta fortemente dalla Regione e chiesta all’UE dal governo con un decreto, è uno strumento fondamentale per il rilancio del settore.
L’opinione dell’assessore all’agricoltura è stata espressa in occasione dell’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio regionale del Piemonte, il 9 maggio, di cinque atti di indirizzo sulla richiesta di etichettatura obbligatoria del riso per garantire l’eccellenza del prodotto piemontese. Richiesta già portata al tavolo nazionale del riso dall’assessore all’agricoltura regionale del Piemonte nel mese di aprile 2017.
Per approfondimenti
Fonte: Regione Piemonte
Fonte: ANSA