“Sovrana tollerante, oggi il tema è accoglienza senza ipocrisie”
Trieste, 13 mag – “Lungimiranza, modernità e tolleranza: sono
queste le parole che connotano Maria Teresa D’Austria, che ha
governato e fatto politica essendo non tanto l’imperatrice del
suo tempo quanto dei tempi successivi, con tante scelte che
guardavano avanti”.
E’ la sintesi sulla figura della sovrana che segnò un’epoca e
influì in modo decisivo sul futuro di Trieste e dell’Europa
proposta dalla presidente del Friuli Venezia Giulia Debora
Serracchiani a conclusione della tavola rotonda “Maria Teresa
1717-2017 visione geopolitica e modernità ” promossa oggi a
Trieste dalla Regione insieme con l’Iniziativa Centro Europea in
occasione dei 300 anni dalla nascita dell’imperatrice.
Il dibattito, moderato dal direttore de “L’Espresso” Tommaso
Cerno, ha visto la partecipazione di Giovanni Caracciolo di
Vietri, segretario generale dell’InCE, Gabriele Galateri di
Genola, presidente di Assicurazioni Generali, Mario Sommariva,
segretario generale dell’Autorità di sistema portuale del mare
Adriatico orientale, Erik Fabijancic, presidente del Consiglio
della Regione Litoraneo-Montana di Fiume, Wolfgang Spadinger,
console generale d’Austria a Milano, Ernst Woller, presidente
della Commissione Cultura del Comune di Vienna e membro del
Parlamento provinciale di Vienna e l’assessore alla Cultura del
Comune di Trieste Giorgio Rossi.
Serracchiani ha rievocato le decisioni lungimiranti di Maria
Teresa, che “governò con luci e ombre, ma fu una donna molto
determinata e astuta”. Tra queste, “l’istruzione obbligatoria per
maschi e femmine fino a dodici anni, la costruzione di un
ospedale più grande di quello che serviva, perché già immaginava
che la città sarebbe cresciuta, e altre scelte fondamentali, dai
vaccini obbligatori allo sviluppo del porto franco di Trieste,
per il quale non si limitò a costruire fisicamente il contenitore
porto ma pensò anche alla necessità di formare le persone che
fossero poi capaci di governarlo istituendo una scuola nautica”.
Cogliendo uno spunto di Mario Sommariva, che ha parlato di una
Maria Teresa che ha combattuto le sue sfide con coraggio, senza
essere certa che le avrebbe vinte, Serracchiani ha osservato che
“le sfide di oggi non sono tanto dissimili dal passato e
richiedono strumenti e risposte nuove cui non siamo sempre pronti
o che non sempre utilizziamo nel modo più corretto”.
A proposito del tema attuale dell’accoglienza, introdotto nella
tavola rotonda dal console Spadinger, la presidente della Regione
ha invitato a “mettere da parte l’ipocrisia. Per essere accolti
bisogna rispettare le regole e se non si rispettano le regole di
unità civile, bisogna pagarne le conseguenze. Non significa
diversità di colore della pelle o diversità di storie: un furto
in casa è sempre odioso, ma se il furto in casa lo fa la persona
che ho accolto il giorno prima e con me ha mangiato in tavola, mi
dà ancora più fastidio”. Di conseguenza, ha concluso la
presidente della Regione, “come per Maria Teresa allora per noi
oggi, chi paga gli errori di un singolo sono coloro che arrivano
qui e davvero vogliono accoglienza perché vengono da Paesi
martoriati e coloro che in tutto il mondo cercano ogni giorno
nell’accoglienza un fatto straordinario di civiltà e di senso
della comunità “.
ARC/PP/ppd
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia