“Quest’anno ho avuto l’onore di rappresentare il Comune di Firenze, insieme a Andrea Ceccarelli per la Città Metropolitana, promotrice dell’iniziativa, alle celebrazioni dei 72 anni della Liberazione dai campi di sterminio nazista di Mauthausen (in territorio austriaco) e nazifascista della Risiera di San Sabba (vicino a Trieste).
Sono state giornate intense ed emozionanti – ha sottolineato nel corso di una comunicazione in Consiglio comunale la vice presidente Donella Verdi – insieme alle ragazze e ai ragazzi delle scuole, che anche quest’anno hanno visto una numerosa partecipazione.
Sei pullman da Firenze con 330 studenti e studentesse, volontari dell’ANED (tra loro il Presidente, Alessio Ducci, e Silva Rusic, con la sua toccante testimonianza di esule dall’Istria, insieme alla famiglia), Matteo Mazzoni, direttore dell’Istituto storico della Resistenza, e tanti rappresentanti dei Comuni della Città metropolitana, della Toscana e delle Sezioni dell’ANPI.
La delegazione toscana è stata, come ogni anno, tra le più numerose, con circa 800 partecipanti a visitare i lager nazisti di Dachau, Ebensee, Hartheim, Mauthausen, e Gusen, e quello nazifascista della Risiera di San Sabba.
La presenza in questi luoghi di tante ragazze e ragazzi delle scuole è molto importante, perché in questi lager hanno trovato la morte migliaia di persone tra ebrei, prigionieri politici, partigiani, italiani e slavi, rom, disabili, omosessuali, malati cronici, malati di mente.
Nel solo campo di Mauthausen, sono state assassinate in vari modi ben 120.000 persone. Chi entrava in questi luoghi veniva spogliato di ogni cosa, materiale e immateriale, perché prima di tutto queste persone venivano private della propria identità , della propria dignità umana. Erano definiti “pezziâ€, dei numeri, non persone. Ancor prima della morte fisica vi era quindi quella dell’annientamento psichico e morale della persona umana. Il nome di ciascuno di loro era sostituito da un numero marchiato sulla pelle e ogni deportato doveva identificarsi con quello.
“La stanza dei nomiâ€, con scritti tutti i 120.000 nomi dei deportati uccisi, è invece la testimonianza che di persone si è trattato, e non di “pezziâ€, e che insieme alla vita hanno avuta negata anche la propria dignità di esseri umani.
Alla Risiera di San Sabba, dove si è concluso il percorso di visita, le ragazze e i ragazzi delle scuole hanno portato una elaborazione collettiva di questa esperienza, con riflessioni e proposte che rappresentano un impegno per loro e per tutte e tutti noi.
Questi viaggi, questi pellegrinaggi sono fondamentali. Sono convinta che questa esperienza sarà condivisa e trasmessa ad altri al loro ritorno a casa e a scuola.
Questi viaggi, oltre a non farci dimenticare mai cosa è successo, rappresentano un insegnamento e un monito per l’oggi e per il futuro.
Contribuiranno a far crescere sentimenti migliori, a non essere indifferenti verso le ingiustizie e le discriminazioni, a contrastare le ondate razziste e xenofobe che incontriamo ancora ogni giorno, anche nella vita quotidiana.
Contribuiranno a non farci lasciare spazio a chi invita alla divisione tra le culture, a chi fa leva sulle paure delle persone, a chi alimenta l’odio e l’esclusione verso chi è percepito come diverso.
Contribuiranno a non rendere vano il giuramento che ci hanno lasciato gli ex deportati nel 1945, dopo la loro liberazione, per un mondo di uomini e donne libere.
Un’ultima cosa prima di chiudere, che è un auspicio che sarebbe gradito ai ragazzi e alle ragazze delle scuole come all’ANED. L’auspicio – conclude la Vice Presidente del Consiglio comunale Donella Verdi – è che, per i prossimi pellegrinaggi nei luoghi della memoria, il Comune di Firenze partecipi a tutto il percorso di visita con le chiarine, oltre al Gonfalone, e partecipi ai pullman, insieme alle ragazze e ai ragazzi delle scuoleâ€. (s.spa.)Â
Fonte: Comune di Firenze