FIRENZE – Tema sicuramente complesso quello del terrorismo jihadista, ai tempi del Daesh o Califfato dello stato islamico che dir si voglia. Lo intuisci quando ti spiegano – o ti ricordano – che le esecuzioni della jihad sono diventate uno sparatutto che viaggia in rete, clone di uno dei giochi più noti come “Call od Duty”.
Non ci sono solo i terroristi conclamati e addestrati. Per aggredire questo nuovo tipo di terrorismo, che allo storytelling è molto attento e ne fa un’arma, dove l’elemento religioso gioca da protagonista ma vive di stereotipi nella distorsione dei precetti coronaci, occorre puntare gli occhi sui simpatizzanti e su quelli che simpatizzanti potrebbero diventare. Con l’ulteriore complicazione di un rete telematica globale, a portata di smarphone, attraverso cui si dispiega l’impollinnazione di una cultura della violenza che moltiplica i lupi solitari.Â
Se n’è discusso nel pomeriggio nella sede della Regione Toscana a Palazzo Strozzi nel corso di un convegno organizzato dalla onlus Cerchio Blu e dalla sua spin off che è Sforge, la scuola di formazione nella gestione delle emergenze che si rivolge con le sue iniziative a personale di polizia, forze armate e protezione civile. L’iniziativa infatti ha segnato l’inaugurazione di un corso di alta formazione, venti moduli e tre esercitazioni pratiche, che si dispiegherà da qui a dicembre e che riguarda per l’appunto l’attività di intelligence e le strategie di analisi per la prevenzione e il contrasto del terrorismo.
“E’ stata un’ottima occasione per parlare di un tema molto attuale – sottolinea l’assessore alla presidenza e alla sicurezza della Toscana, Vittorio Bugli – Abbiamo avuto modo di ascoltare interventi interessanti, che ci hanno fatto comprendere meglio le dimensioni di questo fenomeno e le giuste strategie per combatterlo. Alla fine esce chiaro che al di là del preziosissimo lavoro delle forze addette, altrettanto importante è portare avanti strategie che non producano rotture sociali sul territorio”. Un approccio che in tema di sicurezza la giunta regionale ha già fatto proprio attraverso sei progetti pilota approvati nei mesi scorsi, che partono per l’appunto dal contrasto al degrado urbano.
“Il terrorismo occupa infatti gli spazi vuoti – ricorda Andrea Manciulli. Parlamentare toscano e presidente della delegazione italiana presso l’assemblea della Nato – . Lo fa approfittando delle fratture geopolitiche e in quel caso ci troviamo di fronte ad una minaccia che arriva dall’esterno. Ma trova terreno fertile anche nella fratture sociali e culturali e in questo caso la minaccia è interna”. Due cuspidi ed ambedue pericolose.
E’ il caso della Francia, che in Europa è il paese dove la minaccia terroristica più è cresciuta. “Li ha giocato il fallimento di un modello inclusivo e il peso, in due direzioni, dell’Algeria” spiega il professor Luigi Bozzo che, tra i tanti ruoli, è presidente del corso di laurea magistrale in relazioni internazionali e studi europei dell’Università di Firenze. Ma il quadrante di maggior attenzione e criticità , ricorda, rimane il Nord Africa e il Medio Oriente: l’Italia finora è rimasta tutto sommato immune ma i paesi del Sud sono in prima linea. Dunque non c’è da abbassare la guardia.Â
Arije Antinori, sociologo della devianza e esperto terrorismo dell’Unione europea e direttore del corso di intelligence e analisi che si svolgerà a Firenze, sottolinea l’astuta operazione mediatica e di retorica che sta dietro alla proclamazione di uno stato islamico nella forma, non casuale, del califfato. “E’ un modo per riconnettere passato e presente – dice -, legittimando la riconquista di territori perduti”. Ricorda la duplice radicalizzazione di cui questo terrorismo si alimenta, in carcere e nel cyber spazio. Accenna anche alla seduzione economico dell’estremismo, forte in contesti di degrado e marginalità . Scenari complessi. “Da qui – conclude – la necessità di intervenire sul fronte dell’educazione e della cultura ma anche con la necessaria professionalità “. Anche attraverso quella “volgarizzazione della minaccia terrostistica” già richiamata da Manciulli, perché contro un terrorismo che fa della gente e di luoghi anonimi, come un supermercato o una sala concerto, un bersaglio, c’è bisogno di occhi più attenti e formati anche tra chi in genere non si trova a fronteggiare simili contesti, come una guarda giurata o un agente di polizia municipale. Â
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Fonte: Regione Toscana