Firenze ospita – dal 2 giugno al primo ottobre – Ytalia, una imponente mostra collettiva sull’arte italiana contemporanea ideata e curata da Sergio Risaliti. Il progetto espositivo – promosso dal Comune di Firenze e organizzato da Mus.e – nasce in collaborazione con le Gallerie degli Uffizi, l’Opera di Santa Croce e il Museo Marino Marini.
Per Dario Nardella, sindaco di Firenze: “La mostra Ytalia è una nuova grande sfida per Firenze: con le opere di dodici tra i maggiori artisti del nostro tempo facciamo vivere ancora il Forte Belvedere per un’altra stagione di arte contemporanea, ma soprattutto mettiamo in rete – insieme al Forte – 8 spazi straordinari tra musei, giardini e luoghi dell’architettura civile e religiosa dove il passato convive con il contemporaneo per un’esperienza unica che coinvolgerà fiorentini e turisti. In un’epoca in cui i valori dell’identità nazionale sono messi in discussione dalle nuove dinamiche globali, vogliamo celebrare il fatto che l’Italia vanta da secoli un ruolo esemplare nell’evoluzione artistica mondiale. Il primo G7 Cultura, non a caso, si è appena svolto a Firenze ed è stato dedicato alla conservazione e tutela del patrimonio culturale. Ma Firenze non è solo culla del Rinascimento e rivendica ancora una volta di essere città aperta alla storicizzazione e sperimentazione del contemporaneo”.
Dopo le grandi retrospettive monografiche di Giuseppe Penone, Antony Gormley e Jan Fabre, l’esposizione avrà il suo fulcro nella cornice di Forte di Belvedere, ormai palcoscenico dell’arte internazionale, e accoglierà le opere di dodici artisti che hanno ottenuto riconoscimenti internazionali e che sono stati, in molti casi, protagonisti assoluti – se non pionieri – del contemporaneo, e le cui opere sono esposte e collezionate nei grandi musei del mondo: Mario Merz (1925-2003), Giovanni Anselmo (1934), Jannis Kounellis (1936-2017), Luciano Fabro (1936-2007), Giulio Paolini (1940), Alighiero Boetti (1940-1994), Remo Salvadori (1947), Gino De Dominicis (1947-1998), , Mimmo Paladino (1948), Marco Bagnoli (1949), Nunzio (1954), Domenico Bianchi (1955). Una costellazione che include nei suoi ampi confini tre generazioni artistiche, dalle neo-avanguardie al post-moderno e oltre. L’esposizione inoltre, per marcare il rapporto delle opere con il tempo presente, la storia passata, gli ambienti e i manufatti più antichi, avrà delle appendici nei più importanti edifici pubblici e museali della città : Palazzo Vecchio e le Gallerie degli Uffizi, Santa Croce e il Museo Marino Marini, il Giardino di Boboli e il Museo Novecento.
“E’ un grande piacere continuare la collaborazione con il Comune di Firenze per offrire alla città e al mondo esposizioni di importanza internazionale come la mostra Ytalia che vede riuniti, per la prima volta, in molti luoghi della città , i più importanti artisti italiani dagli anni Sessanta a oggi. In occasione dell’esposizione saranno installate, in alcuni dei più rinomati ambienti delle Gallerie degli Uffizi e del Giardino di Boboli, opere di Mario Merz, Jannis Kounellis, Luciano Fabro, Giulio Paolini, Alighiero Boetti, Mimmo Paladino e Domenico Bianchi che dialogheranno con i grandi maestri del passato. Con lo stesso obiettivo il Giardino di Boboli ospiterà questa estate una grande monografica dedicata al maestro contemporaneo Helidon Xhixha†afferma Eike Schmidt, Direttore Gallerie degli Uffizi. Entusiasmo espresso anche da parte della presidente dell’Opera di Santa Croce, Irene Sanesi: “Con Ytalia a Santa Croce, l’arte ‘alla maniera d’oggi’ – come Vasari chiamava l’arte contemporanea nel suo tempo – torna a dialogare con i simboli architettonici artistici e spirituali di un passato che trasforma il ricordo in memoria e si fa testimonianza viva dei valori universali nel solco della storia” e da Patrizia Asproni, presidente del Museo Marino Marini: “È un segno importante la partecipazione del Museo Marino Marini di Firenze alla mostra Ytalia. Un dialogo fra antico e contemporaneo che intende creare una connessione innovativa fra istituzioni cittadine, in una semplice complessità che rende percepibili eventi ed evoluzioni che diversamente sfuggirebbero, e che culminano , nel loro insieme, in uno “sbilanciamento” della fruizione. Un time-lapse della produzione artistica italiana che trova nella sede del Marini una sua dimensione “olistica” , rafforzata dalla stratificazione naturale di un museo che è stato, ed è ancora, chiesa, fabbrica, rifugio, comunità â€.
Circa un centinaio di opere, esposte in alcuni dei luoghi simbolo del nostro patrimonio, luoghi conosciuti, frequentati e ammirati ogni giorno da migliaia di persone di nazionalità diversa. L’idea di base è quella di dare vita a un vero e proprio museo del contemporaneo diffuso nel centro storico della città tra interno ed esterno, tra medioevo e rinascimento, tra musei e giardini, cappelle funerarie e spazi della vita politica, gallerie e studioli, chiostri e cripte.
A Forte di Belvedere, su uno dei bastioni affacciato sulla città , il pubblico scoprirà Calamita Cosmica di Gino De Dominicis, eccezionalmente prestato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, dove l’opera è conservata ormai da alcuni anni. Si tratta di uno scheletro di dimensioni monumentali (24 metri circa), che, allineato idealmente con la cupola di Santa Maria del Fiore, proietta immediatamente ogni umana considerazione e percezione nei confini infiniti della natura cosmica e dello spirito divino, dell’eternità e dell’immortalità . Immagine di un tempo ancora più remoto di ogni nostro passato, già in connessione con un futuro avvenire, a cui gli artisti di Ytalia guardano ripartendo dalle esperienze del nostro passato, tra umanesimo, rinascimento e moderno.
In occasione di Ytalia, è stato proposto ad alcuni artisti di creare opere site-specific, come nel caso di Giovanni Anselmo, Giulio Paolini, Remo Salvadori, Mimmo Paladino, Marco Bagnoli, Nunzio, Domenico Bianchi. In altri casi saranno presentati degli allestimenti comunque inediti mostrando opere già storicizzate o di nuova invenzione in ambienti di straordinaria evidenza storico-artistica. Vedremo: Senza titolo con terra, cactus e piombo di Jannis Kounellis, esposta a Palazzo Vecchio, nella sala dei Gigli, a poca distanza della Giuditta e Oloferne, gruppo bronzeo di Donatello; Spirato di Luciano Fabro e Particolare di Giovanni Anselmo, installate eccezionalmente a Santa Croce nella Cappella Pazzi progettata da Brunelleschi; Elegia di Giulio Paolini posizionata nella Sala di Venere della Galleria Palatina di Palazzo Pitti in dialogo con il capolavoro marmoreo della “Venere Italica†di Antonio Canova e Dentro e Fuori, collocata al centro della Sale delle Miniature nella Galleria degli Uffizi; sei Kilim (Da uno a mille e viceversa) e due Mappe di Alighiero Boetti nella Sala delle Nicchie in Palazzo Pitti; il monumentale dipinto Giganti boscaioli e Verso lo Zenith di Mario Merz in Galleria d’Arte Moderna sempre a Palazzo Pitti; Dorminte, in oro, di Mimmo Paladino, sarà adagiato sullo specchio d’acqua della Fontana di Nettuno nel Giardino di Boboli e Respiro, una scultura sonora, sempre di Paladino, in stretto dialogo con l’architettura di Leon Battista Alberti nella Cappella Rucellai; infine Antimateria, un quadro in legno e palladio di Domenico Bianchi in Galleria Palatina, presentato nella cornice lasciata temporaneamente vuota dalla Madonna dell’Impannata di Raffaello, dipinto attualmente in restauro. Così al Museo Marino Marini, nella cripta e in alcune sale adiacenti, Mimmo Paladino e Nunzio realizzeranno alcuni interventi site-specific a parete, mentre nelle nuove sale del Museo Novecento verrà ospitato un inedito confronto tra le opere di Alighiero Boetti e quelle di Gino De Dominicis, tra cui Sei sensi e Mettere al mondo il mondo del primo e Sfinge e Risata del secondo. Continuando il percorso, vedremo le opere di Remo Salvadori – due nuove sculture Anfora e modello e Uomo che ode in metallo di grandi dimensioni pensate appositamente per uno dei bastioni di Forte di Belvedere – e Nel momento – forme geometriche in piombo, stagno, rame, argento installate sulle quattro pareti di facciata della Palazzina del Buontalenti. Sempre al Forte di Belvedere, ma nel giardino retrostante e in linea con la facciata di san Miniato al Monte, Marco Bagnoli posizionerà Noli me tangere, una fontana, composta da una vasca paraboloide in acciaio lucidato a specchio e da una monumentale figura sbozzata in marmo puro di Carrara.
Fonte: Comune di Firenze