Trieste, 31 maggio – “Il Friuli Venezia Giulia è, in proporzione, la Regione che ha stanziato maggiori risorse sull’agricoltura bio ed è, per percentuale di aumento di superfici investite a biologico, la prima in Italia. Inoltre, sempre la nostra Regione, è una delle poche che, affrontando anche alcune contrarietà , ha inserito il biologico come premiante nelle assegnazioni di nuovi vigneti e che sta lavorando su nuovi protocolli di viticoltura sostenibile, come il Sistema di Qualità Nazionale di Produzione Integrata: una certificazione volontaria che consente alle aziende di posizionare, valorizzare e differenziare il proprio prodotto sul mercato”.
Così l’assessore regionale alle Risorse agricole Cristiano Shaurli, il quale ha risposto in Consiglio regionale ad un’interrogazione della consigliera Eleonora Frattolin sulla promozione dell’utilizzo di tecniche alternative all’uso dei diserbanti chimici.
“Inoltre – ha spiegato l’assessore – si sta facendo una grande investimento sul marchio AQUA, che non promuove solo produzioni a Km zero, ma soprattutto quelle ottenute attraverso stringenti disciplinari di produzione che prevedono un’elevata sostenibilità ambientale”.
“Nel contesto attuale il processo di valutazione e di autorizzazione dei prodotti fitosanitari da immettere in commercio – come ha osservato l’assessore – risulta molto più complesso rispetto al passato e prevede un’attenta ed approfondita valutazione degli effetti acuti e cronici dei prodotti fitosanitari da immettere in commercio. Tale processo ha portato ad una notevole selezione dei principi attivi oggi disponibili in agricoltura, mettendo al bando molte molecole usate in passato, appartenenti alle famiglie chimiche dei cloro-organici, dei fosforganici, dei ditiocarbammati e dei triazinici”.
“Generalmente – ha spiegato ancora l’assessore – i prodotti fitosanitari attualmente autorizzati hanno un profilo eco-tossicologico più favorevole, sono impiegati a bassi dosaggi ed in formulazioni meno nocive per l’operatore e per l’ambiente, sono più selettivi ed in etichetta e nella scheda di sicurezza riportano molte più informazioni sulle modalità d’impiego più appropriate, con anche specifiche limitazioni in prossimità di aree sensibili. Infine va ricordato che lo sviluppo degli ultimissimi anni ha portato all’immissione in commercio di molti bioagrofarmaci e corroboranti (per migliorare le difese endogene delle piante), con metodi alternativi alla difesa chimica tradizionale”.
Al quesito su quali iniziative abbia messo in atto l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente (Arpa) in questo settore, l’assessore ha risposto che la stessa Agenzia è fortemente impegnata nell’implementazione delle analisi attraverso l’incremento dello spettro delle sostanze determinabili.
Dal 2016 poi, in accordo con la Regione, l’Arpa ha avviato un piano di monitoraggio su scala regionale sulle acque superficiali. Il monitoraggio dei fitosanitari proseguirà fino al 2019 interessando ogni anno circa 50 corpi idrici superficiali che saranno analizzati mensilmente, per un totale finale di circa 200 corpi idrici, come indicato nella relazione “Reti di monitoraggio dello stato ecologico e dello stato chimico – II ciclo di gestione acque superficiali interne” inviata alla Regione all’inizio del 2016.
Il monitoraggio delle acque superficiali, così come impostato, correlato a quello delle acque sotterranee, ormai consolidato, permetterà di conoscere un quadro completo della situazione, i cui primi risultati sono già disponibili.
Per quel che riguarda i provvedimenti emanati a seguito dell’attivazione del Servizio fitosanitario regionale (novembre 2015) Shaurli ha sottolineato che lo stesso Servizio ha proseguito nell’attività istituzionale di recepimento e attuazione dei dispositivi previsti dalla normativa operando nei seguenti ambiti: la formazione e il rilascio/rinnovo dei certificati di abilitazione, i controlli funzionali sulle macchine irroratrici, il supporto alle attività connesse ad una difesa fitosanitaria sostenibile. ARC/GG/EP
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia