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MODENA – 2 GIUGNO, CAMMINATA NELLA STORIA SUI PASSI DELLE DONNE

Una camminata in cinque tappe nei luoghi più significativi dei cambiamenti culturali e sociali della società modenese nel passaggio dalla Monarchia alla Repubblica, attraverso il filo rosso della partecipazione e del lavoro delle donne.

La organizzano venerdì 2 giugno, in occasione del 71° anniversario della nascita della Repubblica, il Centro documentazione donna e l’Istituto Storico con patrocinio del Comune e contributo di Fondazione Cassa di risparmio di Modena.

L’iniziativa rientra nel progetto “#cittadine. I segni nella comunità e sulla città” e nelle attività del Comitato comunale permanente per la memoria e le celebrazioni.

La camminata è animata da Paola Gemelli e Paola Bigini. In ogni tappa, letture di Nicola Bortolotti e Diana Manea, attori del progetto “Un bel dì saremo” di Ert. La partecipazione è gratuita, per informazioni tel. 059 451036.

Il ritrovo è previsto per le 10 alla Stazione ferroviaria in piazza Dante con la prima tappa “I treni della felicità: l’accoglienza ai figli della guerra”. I partecipanti rivivranno le emozioni dell’arrivo in città dal 22 gennaio 1946 di centinaia di bambini da Napoli che viaggiavano su quei “Treni della felicità” che devono il loro nome rimasto nella storiografia ufficiale proprio al sindaco di Modena Alfeo Corassori. Fu una grande azione di solidarietà della comunità modenese, con in testa l’Unione donne italiane e il Partito comunista, verso i bambini provenienti dal centro-sud affamati e stremati dalla guerra, spesso orfani o ammalati. 

Alla Manifattura Tabacchi (seconda tappa, “Al lavoro vogliamo stare”), gli anni a cavallo tra la Monarchia e Repubblica si rivivranno attraverso il vissuto delle tabacchine, delle loro lotte per il lavoro e i servizi, nei loro desideri di emancipazione e di autonomia per poi attraversare il Centro storico e arrivare in via Saragozza, dove ha avuto a lungo sede l’Istituto Magistrale Carlo Sigonio (terza tappa “Il futuro alle spalle: insegnare la democrazia”). La Scuola Normale Femminile che preparava all’insegnamento elementare e che aveva sede nell’ex Convento del Corpus Domini fu trasformata in Istituto Magistrale dalla riforma Gentile del 1923 ponendosi l’obiettivo di formare maestre e maestri avamposti dell’alfabetizzazione del Paese e poi del processo democratico.

La camminata prosegue poi fino alla quarta tappa, raggiungendo via Francesco Selmi dove aveva sede l’Educandato provinciale San Paolo, con radici nell’Istituto Putte della Duchessa, fondato nel 1816 da Maria Beatrice di Savoia moglie di Francesco IV d’Este, per accogliere le bambine e le fanciulle orfane e bisognose. Da qui il titolo: “Uscire dal bisogno: imparare un mestiere”.

Il percorso si conclude in piazza Grande, a Palazzo Comunale con la quinta tappa “Elette ed eletti: poche parole ma molti fatti” che prende spunto dalla forte esortazione “Modenesi al lavoro!” pronunciata da Alfeo Corassori, nel momento del suo insediamento a sindaco designato dal Comitato di liberazione nazionale. La narrazione racconterà l’imbarazzo e l’incertezza delle prime elette, l’impegno, lo studio, la passione per ricostruire il tessuto umano ed economico modenese. Le prime battaglie per i servizi, soprattutto educativi e scolastici (asili nido, scuole materne, doposcuola) per quello che diventerà un diffuso sistema di welfare.

Al termine della camminata è prevista la visita, introdotta dal vicesindaco e assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza, alla mostra “Passi di Libertà. Il cammino dei nostri primi 70 anni” a cura di Elena Falciano e Caterina Liotti, allestita in Municipio nella Sala dei passi perduti. La mostra foto-documentaria è promossa da Centro documentazione donna e Coordinamento donne Spi Cgil di Modena, con i Coordinamenti donne Spi di Reggio Emilia e dell’Emilia – Romagna.

L’esposizione racconta con fotografie, filmati, documenti e pubblicità, la strada fatta e quella ancora da fare per la piena cittadinanza delle donne italiane: dalla conquista del voto nel 1945 alle battaglie per i diritti civili e sociali paritari. Frutto di un lungo e minuzioso lavoro d’archivio durato mesi tra Modena, Reggio Emilia e Bologna, la mostra mira a trasmettere, soprattutto alle giovani generazioni, una storia politica delle donne poco conosciuta, ma determinante per comprendere i grandi cambiamenti sociali che hanno attraversato l’Italia Repubblicana.

La partecipazione delle donne alla vita pubblica, nelle associazioni e movimenti femminili, nel sindacato, nelle istituzioni, quale motore delle riforme che hanno ampliato i diritti di tutti, dal divorzio alle unioni civili, dal sistema educativo 0-6 ai diritti sul lavoro di madri e padri, per un welfare universale e inclusivo.