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MODENA – INTEGRAZIONE OSPEDALI, “PERCORSO SENZA EGUALI”

“L’integrazione tra i due ospedali modenesi è un percorso che non ha eguali; una sfida complessa e decisiva, ma un motore simile non va avanti senza il coinvolgimento dei professionisti che fino ad oggi è stato forte: questo l’impegno e la rassicurazione che abbiamo a più riprese chiesto alle aziende. Le risorse risparmiate con l’efficientamento dovranno rimanere sul nostro territorio e sarà la Conferenza Territoriale Socio Sanitaria (CTSS) a tenere monitorato il percorso”.

È quanto ha affermato l’assessora a Welfare e Sanità Giuliana Urbelli concludendo il dibattito scaturito da un’interrogazione di Marco Bortolotti (M5s) trasformata in interpellanza nel Consiglio comunale di giovedì 1 giugno.

Il consigliere ha chiesto informazioni su questioni relative alla riorganizzazione dei percorsi di ricovero dell’Ospedale Civile attiva dal 18 aprile;  in che misura sia stata coinvolto il personale nella riorganizzazione di Medicina d’Urgenza e Degenza Area Critica, come sono state introdotte le nuove figure e quali siano gli indicatori per misurare il raggiungimento degli obiettivi.

Entrando nel merito delle singole questioni, l’assessora ha spiegato che il personale è stato coinvolto fin dall’inizio, i medici che si occuperanno inizialmente dell’Area semi-intensiva sono già formati in quanto gestivano una terapia intensiva e saranno supportati da personale della Medicina d’urgenza e non risulta che alcun operatore venga destinato a compiti di livello superiore a quelli fino ad oggi ricoperti.

Urbelli ha quindi elencato indicatori specifici con cui l’andamento del progetto può essere monitorato: DM della Medicina d’urgenza, Controllo e rispetto dei numeri del cingolo, Audit mensili sull’appropriatezza dei ricoveri. E ha evidenziato che in questa fase iniziale che non comporta modifiche nei percorsi per i pazienti, la comunicazione è stata rivolta dalle aziende soprattutto al personale, anche se è on line il nuovo portale internet (www.aou.mo.it) e la partecipazione dei cittadini avviene attraverso il coinvolgimento dei Comitati Consultivi Misti, oltre che con il monitoraggio costante attuato a livello politico dalla CTSS e a livello più tecnico dalla Cabina di regia.

La consigliera Chiara Susanna Pacchioni del PD ha sottolineato come l’unificazione sia stata fortemente voluta dalla politica, dall’amministrazione comunale e dalla Regione, oltre che dalle aziende e gli stessi cittadini saranno chiamati a giudicarne l’esito. L’unica azienda che nascerà, con 3800 dipendenti e 1200 posti letto, potrà diventare un modello nazionale per quanto riguarda la sperimentazione di nuove logiche organizzative (piattaforme di risorse) sotto un unico coordinamento con lo scopo di garantire prestazioni appropriate, sicure ed omogenee. E ha sottolineato che nella Commissione avvenuta il giorno precedente con la partecipazione dei direttori generali delle aziende “è arrivata la garanzia della non riduzione del personale e della stabilizzazione dei precari”.

Per Paolo Trande di Art. 1-Mdp “c’era l’assoluta necessità di una riorganizzazione della sanità e l’ambizioso processo, che non può essere realizzato senza il coinvolgimento pieno dei professionisti, sta progredendo positivamente, anche se bisogna aspettarne la conclusione per dare una prima valutazione macro dal punto di vista dell’economicità e della salute dei cittadini. Ma nessuno si illuda – ha aggiunto – che questa sia la strada per rimediare al definanziamento del sistema sanitario che il Governo sta attuando da alcuni anni”. Inoltre, il consigliere ha raccomandato che “le risorse risparmiate con l’integrazione rimangano sul territorio modenese e che vadano utilizzate per la sanità territoriale”

Due gli aspetti su cui si è concentrato Mario Bussetti del M5s nel suo intervento: gli indicatori, cioè “su cosa noi come amministrazione valuteremo il successo dell’operazione” e la comunicazione “perché riteniamo che ci fosse troppo silenzio sul tema”, facendo notare come la convocazione della Commissione dedicata all’argomento sia arrivata solo dopo la presentazione dell’interrogazione.

Per Adolfo Morandi di FI “rimangono alcuni problemi non completamente risolti, anche se FI chiedeva da anni l’unificazione dei due ospedali. In Commissione è emerso qualche vantaggio amministrativo in termini di risparmio – ha detto – ma da cittadino comune non ho visto gli esiti positivi della riorganizzazione nei due Pronto soccorso. Altro aspetto critico riguarda le visite specialistiche, i cui tempi di attesa per il capoluogo sono ancora troppo lunghi”, ha osservato.

Si è detto non d’accordo con lui l’interrogante Bortolotti il quale ha invece affermato che “non serve banalizzare le difficoltà, occorre invece spiegare le complessità”. Bortolotti ha anche ribadito il carattere volutamente tecnico dell’interrogazione “per far capire la complessità di quanto sta accadendo, perché l’integrazione degli ospedali è tra le cose più difficili in cui saremmo impegnati nei prossimi anni e se i professionisti non sono convinti, l’integrazione è destinata a fallire. Sono contento ci siano stati incontri e sono curioso di vedere queste nuove figure come il Bed Manager e le nuove funzioni che poi dovranno essere portate anche al Policlinico. Sulla parte tecnica l’assessora è stata molto puntuale – ha concluso – ma sul versante del coinvolgimento dei professionisti ho riscontrato mancanza di informazioni che invece sono importanti per il successo del processo”.