Brigata Pozzuolo resta operativa
Fogliano Redipuglia (Go), 2 giu – “Qui al Sacrario di
Redipuglia ci troviamo in una cornice di straordinaria
suggestione, ma mancano probabilmente i principali destinatari
del messaggio che vogliamo inviare in questa celebrazione: i
giovani”.
Si sta avviando alla conclusione il discorso ufficiale che il
sottosegretario alla Difesa Domenico Rossi ha preparato per la
Festa della Repubblica, e in cui ha ribadito il senso della
celebrazione del 2 giugno, – “significa dare risalto al legame
inscindibile tra passato, presente e futuro, quale presupposto di
garanzia affinchè emerga il valore di una memoria solida, matura
e condivisa su cui sviluppare ogni progetto di crescita” – quando
questa frase risuona forte, tra gli schieramenti dei reparti
delle quattro Forze armate e dei Corpi armati dello Stato e tra
le scalinate del sacrario dove riposano le spoglie di centomila
soldati della Prima Guerra mondiale.
Rossi richiama l’importanza di tramandare i valori proprio ai
giovani, “dobbiamo fare capire loro – ha detto – che democrazia e
pace devono essere difesi nel quotidiano attraverso l’esempio: se
non riusciamo a dare questi segnali allora abbiamo fallito”.
Ma poi Rossi si rivolge verso i reparti e scandisce forte: “Oggi
qui una parte parte di giovani c’è: è quella in divisa, e incarna
quei valori che in un mondo che ha conosciuto la disgregazione di
capisaldi etici e morali sono fondamenta. Loro si pongono come
esempio da seguire non solo per gli altri giovani, ma per tutta
la società “.
Nel corso della allocuzione Rossi aveva sottolineato come “al di
là del fatto storico, il 2 giugno significa risaltare l’impegno
della grande famiglia di tutti i servitori dello Stato, eroi del
quotidiano, cittadini tra i cittadini, che, quasi sempre lontani
dai riflettori, non si risparmiano per dare il loro contributo al
Paese”.
Il sottosegretario ha ricordato come “in un mondo in cui la
cooperazione internazionale e, in primo luogo quella in ambito
europeo, ai fini della sicurezza diviene un imperativo assoluto”,
a queste “esigenze, tristemente portate alla cronaca, anche
quella odierna, contribuiscono quotidianamente più di 14 mila
donne e uomini delle Forze armate, 7 mila dei quali operano
lontani dai confini nazionali”.
A margine della cerimonia – a cui ha preso parte per la Regione
il vicepresidente Sergio Bolzonello – Rossi, rispondendo alle
domande dei cronisti, è intervenuto sulla questione dello sblocco
dei lavori di restauro del monumento nazionale, “non un sacrario
come altri, ma il simbolo della Prima Guerra mondiale, che ha
dato unità al nostro Paese”, affermando che, “se da una parte la
pratica sta seguendo il suo iter amministrativo giuridico, resta
salda la convinzione che il Governo riconosce importanza al sito
e cercherà di mettersi in opera quanto possibile”.
Sulla riorganizzazione della Brigata Pozzuolo del Friuli, il cui
comando a Gorizia rischia il ridimensionamento di alcuni reparti,
Rossi si è detto fiducioso. “E’ una realtà operativa, che
continuerà il suo ruolo nelle Forze armate”.
Infine, il sottosegretario si è espresso sul cambio di aerei
della Pattuglia acrobatica nazionale. “L’iter ha una scelta
consolidata, ma i tempi non sono immediati”, ha detto, in ragione
di aspetti molto complessi che devono tra l’altro contemperare la
sostenibilità finanziaria e le richieste peculiari
dell’addestramento delle Frecce Tricolori.
ARC/EP
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia