Trieste, 5 giu – “La comunità ebraica di Trieste ha un ruolo
rilevante non solo per la città ma tutta la regione, come punto
di riferimento storico, culturale, religioso e come componente
incancellabile della nostra identità collettiva”. Lo ha affermato
oggi la presidente del Friuli Venezia Giulia, nel corso di una
visita alla Sinagoga e ai locali della Comunità ebraica del
capoluogo regionale.
Ad accogliere Debora Serracchiani sono stati il presidente della
Comunità , Alessandro Salonichio, il rabbino capo Alexander
Meloni, e una delegazione composta, tra gli altri, dai
responsabili della scuola ebraica, Nathan Israel,
dell’amministrazione, Davide Belleli, e dei beni culturali, Livio
Vasieri.
Al centro dell’incontro, che è avvenuto a dieci anni dalla
precedente visita fatta dall’allora presidente Riccardo Illy, il
mantenimento delle tradizioni e della cultura ebraica, la
necessità della conservazione della memoria della Shoah ma anche
il recupero del vasto patrimonio bibliografico e le necessitÃ
della scuola ebraica di Trieste.
La Comunità di Trieste è una delle quattro in Italia (oltre a
Milano, Torino e Roma) a gestire un istituto che offre a un
centinaio di bambini (non solo di religione ebraica) i servizi di
scuola primaria parificata (la “Marco Tedeschi” con 57 alunni),
ma anche di nido d’infanzia e di scuola materna (la “I. S.
Morpurgo”). Come ha spiegato Salonichio, si tratta di un’attivitÃ
che “siamo fieri di portare avanti, perché crediamo che
rappresenti l’unico modo per darci un futuro. Vogliamo migliorare
ulteriormente il livello educativo dell’istituto perché, pur
essendo piccolo, è attrattivo, come dimostra la crescita nelle
iscrizioni degli ultimi anni. Per riuscirci è però necessario uno
sforzo organizzativo ed economico rilevante”.
“E’ importante – ha confermato Serracchiani – che la ComunitÃ
continui ad avere una scuola ebraica, che tenga alti i livelli
della formazione e accompagni lo sviluppo di tutti i bambini che
la frequentano. Per la Regione è significativo poter collaborare
a migliorare e offrire sempre più servizi e possibilità ai nostri
ragazzi e alle loro famiglie”. La presidente ha quindi annunciato
di voler portare la scuola ebraica all’attenzione del ministro
dell’Istruzione e ha segnalato le opportunità offerte dai
‘progetti speciali’ sostenuti dalla Regione nell’ambito della
formazione.
Nel ribadire il “ruolo rilevante della Comunità ebraica a Trieste
e in Friuli Venezia Giulia”, la presidente ha sottolineato che
essa “è molto dinamica, ha solide relazioni con le istituzioni,
ma soprattutto è aperta al dialogo e al confronto con le altre
religioni”. Una caratteristica positiva evidenziata anche dal
rabbino Meloni: “dobbiamo impegnarci affinché la Comunità sia
sempre più integrata nel tessuto sociale e contribuisca ad
arricchirlo sotto tutti i punti di vista, pur continuando a
mantenere una propria identità “.
Durante l’illustrazione dell’archivio e della biblioteca, che
comprende documenti risalenti al 1700 scampati alle devastazioni
durante l’occupazione nazista e bisognosi di catalogazione e
restauro, Serracchiani ha invitato a verificare la possibilità di
una collaborazione con l’Istituto per il Patrimonio culturale. In
questa circostanza è stata anche ricordata la figura dell’ex
presidente della Comunità , nonché assessore comunale di Trieste
alla Cultura, Andrea Mariani, scomparso a soli 50 anni nel 2013.
Nel corso della visita alla Sinagoga, il responsabile dei beni
culturali della Comunità , Livio Vasieri, ha spiegato che “è una
delle più grandi d’Europa, inaugurata nel 1912 per rispondere
alle necessità di culto di una Comunità fiorente, che avrebbe
raggiunto l’acme nel 1938 con quasi seimila componenti.
L’edificio, progettato dagli architetti Ruggero e Arduino Berlam,
ha uno stile definito genericamente ‘siriaco’, che però accoglie
caratteristiche proprie delle chiese cristiane, presentando
navate, rosoni e cupole. Per realizzarlo sono state usate
tecniche e materiali all’avanguardia per l’epoca, come il cemento
armato, e con la cupola tocca i 38 metri”. Vasieri ha infine
indicato la presenza di un organo, molto usato all’inizio del
Novecento.
ARC/MA/ppd
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia