Trieste, 8 giu – “Per arrivare a un’armonizzazione del mercato
del lavoro e della tassazione delle imprese è importante che le
organizzazioni sindacali di diversi Paesi s’incontrino, che le
diverse istituzioni, come sta facendo la Regione Friuli Venezia
Giulia, intensifichino le relazioni internazionali e che la
Commissione europea recepisca le istanze che provengono in
particolare da queste aree in modo da prevenire tensioni e
concorrenze”.
È la riflessione che la presidente del Friuli Venezia Giulia,
Debora Serracchiani, ha proposto a Trieste in apertura della due
giorni sul Contributo dei Consigli sindacali interregionali
all’attivazione dei mercati del lavoro interregionali,
euro-regionali e macro-regionali promossa dalla Confederazione
europea sindacale (Ces).
I lavori del congresso vedono la partecipazione di rappresentanti
sindacali di Slovenia, Croazia, Austria, Ungheria, Francia,
Spagna, Portogallo e Belgio.
Serracchiani ha evidenziato l’impegno del Friuli Venezia Giulia
nell’intensificazione delle relazioni con Slovenia, Austria e
Croazia e, in generale, ad ampio spettro internazionale, impegno
che trova il riconoscimento nell’organizzazione a Trieste, il
prossimo 12 luglio, del G7 Balcani.
“Per essere europei in contesti complicati e difficili – ha detto
la presidente della Regione – i cittadini devono potersi sentire
tali, anche e soprattutto nell’ambito del mercato del lavoro.
Ecco perché fanno bene le organizzazioni sindacali a darsi
appuntamento a livello europeo per dialogare su una piattaforma
comune”.
L’auspicio che i lavori di questi giorni “possano favorire una
convergenza e far trovare un punto d’incontro utile per i
percorsi sindacali” è stata espressa da Villiam Pezzetta,
presidente del Csi (Consiglio sindacale interregionale)
Fvg/Slovenia, che ha introdotto i lavori insieme a Roberto Treu,
ex presidente del Comitato di coordinamento dei Csi e moderatore
della giornata di domani.
Prima delle sessioni tematiche, il segretario generale
confederale Ces Lina Carr ha ricostruito lo sforzo condotto dalla
Confederazione sindacale in sede europea “per promuovere una
mobilità dei lavoratori che sia libera, di libera scelta ed
equa”, anche con riferimento alla posizione dei migranti e dei
richiedenti asilo. Carr ha rilevato alcune esitazioni da parte
della Commissione europea nell’aggiornamento della normativa
contro il dumping sociale (tendenza di alcune imprese a
localizzare le attività più redditizie e produttive in zone in
cui sono più vantaggiose, ad esempio dove la manodopera costa
meno e ci sono meno restrizioni).
In particolare, ha spiegato Carr, “la Commissione pensa che si
dovrebbero applicare solo i contratti collettivi universali”
anche in Paesi che non garantiscono un trattamento equo ai
lavoratori. Proprio i principi di mobilità equa e di lavoro
dignitoso, secondo Valerija Okorn, responsabile di Eures in
Slovenia, andrebbero definiti andrebbero in maniera chiara in
sede europea “in modo da poter stabilire sanzioni per i Paesi che
non rispettano i criteri”.
Tra gli altri problemi segnalati da Okorn la tutela dei
lavoratori distaccati in altri Paesi e le violazioni dei diritti,
che in Slovenia riguardano spesso imprese edilizie, della
ristorazione e del commercio gestite da cittadini provenienti da
altre repubbliche ex jugoslave.
Alessia Vetere, advisor di Eures, infine, ha illustrato
l’attività di Euradria, il progetto transfrontaliero finanziato
dall’Ue che veda coinvolta la Regione Friuli Venezia Giulia
insieme a Slovenia e Croazia e che punta al superamento degli
ostacoli alla mobilità con strumenti di politica attiva del
lavoro, con particolare attenzione per i tirocini. Tra gli
obiettivi in previsione per il progetto figurano un social team
transfrontaliero, sessioni di laboratori in imprese artigiane e
l’allestimento di una Fiera del lavoro transfrontaliera.
ARC/PPH/fc
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia