Udine, 10 giu – La Giunta regionale ha addottato in via
preliminare il Piano paesaggistico regionale. Lo strumento di
tutela e di disciplina del territorio, redatto di concerto con il
ministero per i Beni e le Attività culturali (Mibact), dovrà ora
acquisire il parere del Consiglio delle autonomie locali e della
competente commissione del Consiglio regionale.
“Siamo – ha spiegato l’assessore alle Infrastrutture e al
Territorio, Mariagrazia Santoro – alle battute finali di una
delle sfide più ambiziose dell’attuale legislatura. Il Piano
infatti permetterà di avere delle regole chiare e certe su tutto
il territorio regionale in tema di beni paesaggistici e inoltre
delle linee guida per quanto riguarda l’intero ambito del
paesaggio regionale. Siamo quindi di fronte ad una evidente
semplificazione degli interventi perché le regole di
trasformazione diventano chiare e condivise”.
Tra i passaggi più importanti che seguiranno l’entrata in vigore
del Piano, come ha rilevato l’assessore, ci sarà la fase
dell’adeguamento dei piani regolatori comunali “con il parere
della Soprintendenza che sarà obbligatorio ma non vincolante,
perché è dall’origine che saranno chiare le regole di
trasformazione”.
“Questo – ha sottolineato Santoro – è molto importante per tutti
i beni paesaggistici, quali coste, corsi d’acqua, lagune o
boschi, ma lo è ancora di più per quei beni che hanno il decreto
di vincolo specifico ma per i quali, fino ad oggi, non veniva
stabilito quali siano i valori da tutelare”.
L’adozione del Piano, che dovrebbe semplificare notevolmente le
regole di gestione del paesaggio, è frutto di un iter avviato nel
2013 che Santoro ha definito “tanto faticoso quanto
gratificante”. “Lo dico – ha aggiunto – pensando alla grandissima
partecipazione che abbiamo registrato e, nell’occasione,
ringraziando tutti per l’impegno e la determinazione dimostrata,
in quanto la mole di lavoro è stata veramente notevole”.
Il Piano paesaggistico regionale infatti comprende, oltre alla
relazione generale e alle norme tecniche di attuazione, le schede
analitiche dei 12 ambiti di paesaggio in cui è suddivisa la
regione: Carnia; Val Canale, Canal del Ferro, Val Resia; Alte
valli occidentali; Pedemontana occidentale; Anfiteatro morenico;
Valli orientali e Collio; Alta pianura pordenonese; Alta pianura
friulana e isontina; Bassa pianura pordenonese; Bassa pianura
friulana e isontina; Carso e costiera orientale nonché Laguna e
costa.
Ma fanno parte del Piano anche la Relazione metodologica riferita
ai beni dichiarati di notevole interesse pubblico, le schede
delle aree tutelate per legge (fiumi, torrenti, corsi d’acqua),
la perimetrazione delle Aree naturali, la definizione delle reti
strategiche (Ecologica, Beni culturali, Mobilità Lenta) e la
Valutazione ambientale strategica con il Rapporto ambientale e la
Sintesi non tecnica.
“Si tratta evidentemente di un lavoro vasto, scientifico e
dettagliato”, ha spiegato l’assessore al Territorio che ha voluto
ricordare “le oltre 40 sedute del Comitato tecnico paritetico
Mibact-Regione e il contributo fondamentale dei funzionari
regionali, degli esperti tecnici e di livello universitario,
della Soprintendenza e degli amministratori locali”.
Santoro ha poi evidenziato come il risultato di questa prima
approvazione sia anche frutto “della collaborazione dei
tantissimi cittadini del Friuli Venezia Giulia, che hanno
contribuito alla stesura del Piano attraverso le segnalazioni
trasmesse via web, grazie al canale apposito predisposto dalla
Regione”.
Tante sono state anche le iniziative sul territorio con due
convegni informativi, undici workshop tematici, numerose riunioni
con gli amministratori locali e la pubblicazione di due Vademecum
e tre quaderni illustrativi.
“Un processo – ha concluso l’assessore – ampio, inclusivo e
portato avanti con grande determinazione e con la consapevolezza
che si tratta di un lavoro fondamentale per tutta la regione. Un
lavoro di cui essere fieri”.
ARC/PV/ppd
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia