FIRENZE – Intensificazione dell’assistenza psicologica, azioni per la prevenzione del suicidio in carcere, rispetto dei Lea (i Livelli essenziali di assistenza) e tutte le attività sanitarie per garantire alla popolazione carceraria la stessa assistenza sanitaria che viene data ai cittadini liberi. Sono alcuni tra i principali obiettivi per la tutela della salute in carcere per il triennio 2017-2019, individuati dalla delibera approvata dalla giunta nel corso della sua ultima seduta. Una delibera nella quale vengono aggiornate le attività rivolte sia agli adulti presenti nei 16 istituti penitenziari della Toscana che ai minori accolti nei due istituti per minori (Pontremoli e Firenze) e nel centro di prima accoglienza di Firenze.
“La salute è un diritto di tutti, indistintamente – dice l’assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi – Tutti, che siano liberi cittadini o detenuti, sono uguali davanti alla malattie e hanno diritto ad avere le stesse opportunità e prestazioni sanitarie. Come Regione Toscana ci preoccupiamo di garantire a tutti i cittadini in carcere la stessa assistenza sanitaria che diamo ai cittadini liberi. E con questa delibera abbiamo individuato obiettivi precisi per il prossimo triennio”.
Questi gli obiettivi principali individuati dalla delibera:
– Organizzazione dei servizi per adulti: vengono individuate le figure di riferimento di livello aziendale, la classificazione dei presidi sanitari penitenziari e la dotazione di posti letto in ospedale dedicata alla popolazione detenuta; sono definite le attività sanitarie dei presidi sanitari penitenziari perché alla popolazione detenuta sia garantita la stessa assistenza sanitaria che viene assicurata alla popolazione libera. In particolare, il rispetto dei Livelli essenziali di assistenza, la medicina di base, la tutela della salute mentale, la cura e riabilitazione per i detenuti alcol e tossicodipendenti, gli screening oncologici, la tutela della salute delle donne e dei bambini eventualmente presenti;
– I servizi minorili: negli Istituti per minori viene garantita la presa in carico sanitaria, attraverso un’équipe di base (medico, infermiere, psicologo), che viene integrata su segnalazione del medico di presidio in caso di bisogno;
– La prevenzione del rischio di suicidio in carcere, sia per gli adulti che per i minori: le linee di indirizzo sono state definite nel 2011 da un gruppo di esperti e vengono costantemente aggiornate;
– L’implementazione dell’assistenza psicologica in tutti gli istituti del territorio toscano.
– La formazione professionale: le Aziende sanitarie potranno organizzare eventi formativi, anche in collaborazione con l’Amministrazione penitenziaria.
Gli obiettivi prioritari sono individuati per il triennio 2017-2019. Per il 2017, la cifra destinata alla realizzazione di questi obiettivi è di 208.000 euro, mentre per gli anni successivi l’identificazione del fabbisogno sarà definita entro il 31 dicembre di quest’anno.
Il Laboratorio MeS (Management & Sanità ) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa valuterà le performance delle Aziende sanitarie anche sulla tutela della salute in carcere, mentre all’Agenzia Regionale di Sanità sono affidate le indagini epidemiologiche sullo stato di salute della popolazione detenuta.
Il monitoraggio di tutte le attività è affidato all’Osservatorio permanente sulla sanità penitenziaria, costituito nel 2008, del quale fanno parte Regione, Aziende sanitarie, Agenzia Regionale di Sanità , Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria.
Dati sulla popolazione carceraria
Al 31 maggio 2017, nei 16 istituti penitenziari sul territorio toscano erano presenti complessivamente 3.215 detenuti, di cui 113 donne e 1.601 stranieri. La capienza regolamentare sarebbe di 3.167, quindi la percentuale di sovraffollamento è del 101,52%, con punte del 166% a Grosseto, del 145% a Lucca, del 135% a Sollicciano (vedi tutti i dati nel documento allegato).
Fonte: Regione Toscana