(Acs) Perugia, 15 giugno 2017 – “Afor deve confrontarsi con il mercato e quindi anche con i privati, pertanto deve puntare ad un efficientamento a 360 gradi della struttura per garantire la massima efficacia ed organizzazioneâ€. Questo l’obiettivo dell’Agenzia forestale regionale esplicitato dall’amministratore unico, Giuliano Nalli, ascoltato oggi dal Comitato di monitoraggio e vigilanza sull’amministrazione regionale, presieduto da Raffaele Nevi.  L’audizione era stata richiesta da Marco Squarta (FdI) per avere chiarimenti sulla situazione del personale trasferito all’Agenzia medesima, dalle Comunità montane, e in particolare del settore operaio.
Su 453 dipendenti dell’Agenzia forestale regionale, come ha spiegato Nalli, 180 sono invalidi o inidonei al lavoro. La situazione è particolarmente complessa perché non è possibile trovare loro soluzioni lavorative e mansioni adeguate. Per questo non è più procrastinabile dare corso, dopo l’approvazione della Giunta regionale, a quanto stabilito dalla legge istitutiva dell’Agenzia (’18/2011′) che prevede l’adozione di forme incentivanti, su base volontaria, per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro o per l’esonero dal servizio per: “inidoneità al lavoro o idoneità con limitazioni o prescrizioni certificate, che incidono negativamente sullo svolgimento delle attività operativeâ€.
In particolare, Squarta ha chiesto chiarimenti rispetto al personale operaio cui sia stata riconosciuta invalidità e quindi sullo svolgimento idoneo o meno delle mansioni; sull’adempimento dell’articolo 70 della legge istitutiva dell’Agenzia (favorire esodi incentivati); rinnovo del contratto regionale integrativo di quello collettivo nazionale per i lavoratori forestali; regolarità delle procedure di pensionamento. Â
NALLI ha spiegato che “l’organico dell’Afor è composto dai dipendenti delle ex Comunità montane, in particolare da quelli con il contratto privatistico. Riguarda dunque gli operai e gli impiegati forestali e parte dei dipendenti pubblici. Al primo gennaio 2017 l’organico conta 453 dipendenti con questa tipologia di contratto privatistico. La Regione Umbria si sta dotando del rinnovo del contratto di secondo livello per questa categoria lavorativa dato che da circa dieci anni non è stato rinnovato. Siamo giunti al punto di arrivo ed ora l’assessore Cecchini provvederà a convocare il tavolo con le parti sociali per sottoscrivere il lavoro fatto nell’ultimo periodo, frutto di incontri con i diretti interessati. Per quanto attiene l’applicazione dell’articolo 70 (comma 2) della legge ’18/2001′ che istituiva l’Agenzia, l’amministratore unico di allora, nel 2014, quando di fatto ha preso il via l’Afor, diede vita ad un piano di ricognizione per verificare il numero dei dipendenti con limitazioni, di diversa entità e che non consentirebbero la normale attività lavorativa e prevedere, attraverso un atto della Giunta, linee guida anche per favorire eventuali esodi incentivati. Sulle relazioni che si sono susseguite con la presentazione dei bilanci è stato sempre ribadito il concetto di arrivare a forme incentivanti, su base volontaria, per la risoluzione consensuale del rapporto lavorativo. È importante rimarcare che il lavoro svolto dall’Agenzia è comunque usurante e spesso svolto in alta montagna ed effettuato attraverso mezzi complessi. Quindi il dato secondo cui oltre il 40 per cento dei dipendenti (180 su 453) è interessato da limitazioni lavorative mette a rischio quei criteri di efficacia ed efficienza che l’Agenzia si è data come obiettivo per poter stare sul mercato e svolgere adeguatamente il suo ruolo in maniera puntuale, professionale e qualificata per competere con il mercato. Oggi quindi è importante dare seguito ad un piano incentivante per questa categoria di lavoratori. Ciò permetterebbe lo sblocco del turn over che per l’Agenzia significherebbe la possibilità di assumere risorse nuove, professionalizzate, per dare all’Umbria un contributo importante a livello di attività di manutenzione a livello ambientale e quindi paesaggistico. L’attività di Afor può davvero rendere l’Umbria più attrattiva e più sicura. Il nostro vuole essere un protagonismo positivo virtuoso, ma va urgentemente portato a termine un piano che possa davvero snellire l’organico della struttura e qualificarlo con nuove professionalità â€.Â
Squarta, a margine della relazione di Nalli ha voluto specificare che “le assunzioni dei lavoratori sono di lungo corso e vengono quindi da lontano con responsabilità chiare degli allora amministratori delle Comunità montane. Il problema vero, oggi, è la non attuazione da parte della Giunta regionale della legge istitutiva dell’Agenziaâ€.
Dopo alcune domande poste da parte di altri commissari, alle quali Nalli ha puntualmente risposto, il presidente Nevi ha accolto favorevolmente la proposta di Gianfranco Chiacchieroni (Pd) di ascoltare sulle questione specifica l’assessore regionale Fernanda Cecchini.
Concludendo la riunione, il presidente Nevi ha voluto ulteriormente rimarcare l’importanza di “creare ogni presupposto affinché l’Agenzia possa iniziare ad operare e a ‘correre’ senza alcuna zavorra. È grave che la Giunta non abbia dato ancora completa attuazione a quanto previsto dalla specifica legge votata nel 2012â€. AS/Â
Fonte: Regione Umbria