Credo sia giunto il momento di fare una riflessione di carattere generale su quanto sta accadendo ad Arezzo e in Italia. Al di là delle appartenenze politiche, infatti, se poniamo al centro dell’attenzione i dati concreti non potremmo che convenire su alcuni aspetti. E di conseguenza procedere senza i cortocircuiti tra centro e periferia che si stanno accumulando in questi mesi.
Ius soli, minori non accompagnati e proteste dei migranti possono infatti essere tre elementi di un ragionamento complessivo che li racchiude e li derubrica alla voce: norme surreali.
Il Parlamento sta infatti procedendo sulla strada dell’astrattezza: se quella giuridica, ovvero la legge deve disporre erga omnes, è un principio consolidato, la lontananza dal reale è un elemento che ci sentiamo di contestare. E ci sentiamo legittimati a farlo perché siamo in prima linea: operiamo con i casi concreti e ascoltiamo i cittadini.
Ascoltando i cittadini, quelli in difficoltà , ci accorgiamo che il compenso economico che in qualche modo giunge ai migranti è sempre meno accettato. Il disagio verso queste forme di sussidio è crescente, specie se poi l’accoglienza non viene neppure riconosciuta. Il buonismo non genera il migliore dei mondi possibili ma una strisciante intolleranza. Il vero pericolo. In questo senso, la percezione di chi governa è lontana dal quotidiano che si vive nei territori.
Un altro esempio è quello della legge sui minori non accompagnati. Specialmente la sua ultima modifica, che risale ad aprile, comporta per qualunque città italiana che i due terzi del costo di questi soggetti sia a carico del Comune. Qui, oltre alle tensioni sociali, si ingenerano anche difficoltà economiche non di poco conto per gli enti locali.
E veniamo allo Ius Soli: a parte l’elemento culturale per il quale non basta nascere su un ‘suolo’ per essere cittadini, se combiniamo l’intento legislativo e il fenomeno epocale dei flussi migratori, rischiamo di ottenere una bomba: tali flussi portano in Italia soprattutto donne e uomini in giovane età che determinano una nuova popolazione in grado di sovvertire, nel medio-lungo periodo, gli equilibri demografici, e dunque culturali ed etnografici, dell’Italia, caratterizzata invece, come tutti i paesi occidentali, da un forte tasso di denatalità degli autoctoni. Lo Ius Soli, in sostanza, stravolgerebbe la lista dei bisogni e sarebbe il colpo definitivo alle finanze locali.
Credo che il legislatore debba ascoltare sindaci e assessori alle politiche sociali. Per conoscere la realtà delle cose. Un confronto è auspicabile perché fare le norme avendo il polso della situazione è molto meglio e permetterebbe di evitare una pesante frattura, già incipiente, tra vecchi e nuovi che non ha senso di esistere.
Fonte: Comune di Arezzo