Trieste, 21 giugno – Come annunciato durante il confronto avuto in mattinata con le associazioni ambientaliste e il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, la presidente del Friuli Venezia Giulia, Deborah Serracchiani, ha scritto al presidente del Gruppo Arvedi, Giovanni Arvedi, chiedendo un incontro in tempi brevi per discutere del futuro della Ferriera di Servola e dei disagi lamentati dalla popolazione residente nelle vicinanze dell’impianto siderurgico.
Nello specifico, Serracchiani ha evidenziato la necessità di un chiarimento in merito alla volontà dell’industriale, espressa secondo quanto riportato dai comitati all’arcivescovo di Trieste, di procedere alla chiusura dell’area a caldo dello stabilimento triestino.
Nella lettera inviata ad Arvedi, Serracchiani ha ricordato il presidio a cui i comitati hanno dato vita in questi giorni e ha rimarcato che “al netto dei toni, duri e ultimativi, emersi al tavolo e anche immediatamente dopo al momento dell’incontro con la stampa, devo registrare che tra la popolazione di Servola permane un malessere che non accenna ad attenuarsi. Il presidio insediato in piazza dell’Unità d’Italia è un sintomo percepibile”.
La presidente ha evidenziato ad Arvedi che anche se “nell’ultimo anno i dati hanno in larga parte registrato un abbattimento delle emissioni, tuttavia la situazione viene definita dai comitati insostenibile sia sotto l’aspetto dei depositi di polveri sia per il rumore”.
Serracchiani, inoltre, ha ribadito che “Arpa Fvg ha avvisato Siderurgica Triestina della necessità di tenere sotto controllo il fenomeno delle polveri, chiedendo di ridurre autonomamente la produzione per evitare il rischio di sforamento”.
Come rilevato nella missiva, secondo la presidente “al di là dei dati asettici, rimane un disagio umano che, nel mio ruolo istituzionale, non ho mai voluto trascurare e, anzi, rappresenta uno dei miei pensieri costanti”. ARC/MA/fc
Fonte: Regione Friuli Venezia Giulia