Ammontano a quasi un miliardo di euro le risorse che ad oggi sono state complessivamente attivate dalla Regione Piemonte nell’ambito dei Programmi operativi regionali del Fondo sociale europeo (Fse) e del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr). È uno degli elementi emersi nel corso dell’appuntamento annuale del Comitato unico di sorveglianza chiamato a vigilare sull’andamento dei due programmi europei. L’organismo, composto da Regione, Governo, Commissione europea, rappresentanti di enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università , si è riunito il 21 giugno a Settimo Torinese, nella suggestiva cornice delle Officine della Scrittura Aurora, uno spazio di 2500 metri quadrati dedicato al “mondo dei segniâ€, che ha potuto, tra l’altro, beneficiare di un finanziamento comunitario.
Il Por Fse 2014-2020
Al 31.12.2016 il Por Fse, che quest’anno celebra il suo sessantesimo anniversario, ha movimentato oltre 400 milioni di euro, circa il 46% della dotazione complessiva (pari a 872,3 milioni), che si sono tradotti in impegni giuridicamente vincolanti per oltre 231 milioni di euro (pari al 26,5% del piano finanziario) e a spese certificate per 59,4 milioni (il 7% del totale). Questo ha consentito di ammettere a finanziamento più di mille operazioni, coinvolgendo 73.300 partecipanti, in gran parte persone inattive (il 64,5% del totale), con una prevalenza di studenti, giovani e con un grado di istruzione medio-basso. Circa il 75% degli impegni finanziari hanno riguardato gli assi d’intervento dedicati all’occupazione e all’inclusione, con particolare riferimento alle misure volte a contrastare la disoccupazione e a sostenere l’occupazione giovanile, attraverso, ad esempio, le direttive della formazione professionale e le politiche attive del lavoro che hanno finora permesso la presa in carico di oltre 5 mila persone, tra disoccupati e persone in condizione di svantaggio. Tra gli interventi legati all’istruzione e formazione, le azioni principali si sono concentrate sul contrasto alla dispersione scolastica, con la direttiva orientamento che ha coinvolto oltre 43 mila ragazzi in tutto il Piemonte, e sul rafforzamento dell’istruzione terziaria, grazie ai percorsi triennali Its (Istituti tecnici superiori) e Ifts (Istruzione e formazione tecnica superiore).
Il Por Fesr 2014-2020
Sul Por Fesr sono state finora attivate risorse per 553 milioni di euro, ovvero il 60% della dotazione. In particolare, nel primo semestre del 2017 sono stati pubblicati i bandi Manunet III, Piattaforma Salute e Benessere e due diverse misure sulla riduzione dei consumi energetici. Nello stesso periodo sono state approvate le dgr che attivano gli interventi sul sostegno alle infrastrutture della ricerca, sui servizi digitali e sull’attrazione degli investimenti.
Le prossime iniziative pronte a partire riguardano il tranched cover (strumento finanziario per favorire l’accesso al credito e l’erogazione di nuova finanza per le pmi) e l’ampliamento della dotazione del bando più green, che agevola le imprese nella realizzazione di investimenti finalizzati all’efficienza energetica.
In tema di riprogrammazione, per contrastare la costante riduzione della spesa degli enti locali piemontesi, la Regione intende proporre il potenziamento della dotazione degli assi V e VI che riguardano principalmente i territori (+14,8 milioni), per consentire così di intervenire in maniera più significativa sulla valorizzazione e la messa in rete del patrimonio culturale.
L’assessora alle Attività produttive ha sottolineato l’importanza di aver previsto un comitato congiunto dei due fondi, Fesr e Fse, una scelta strategica della giunta regionale che risponde alla volontà di integrare politiche a sostegno di investimenti e innovazione e politiche di coesione sociale. I dati sull’andamento dell’economia piemontese presentano diversi segnali positivi: il lavoro della Regione è volto a sostenere i cambiamenti in atto, rafforzando internazionalizzazione e innovazione, per permettere alle aziende di rimanere competitive, e al tempo stesso sostenere chi non è in grado da solo di accedere a questi processi.
L’assessora al Lavoro ha evidenziato come la strada tracciata sull’utilizzo dei fondi stia iniziando a dare risultati soddisfacenti. Il riferimento è, ad esempio, alla riduzione del tasso di dispersione scolastica che finalmente avvicina la nostra regione al raggiungimento degli obiettivi europei, ma anche ai primi dati sugli esiti occupazionali dei percorsi di formazione professionale, in base ai quali a un anno di distanza, lavora circa un terzo delle persone che prima erano disoccupate e, a parità di altre condizioni, si assiste a un aumento della probabilità di trovare lavoro di quasi 12 punti percentuali per coloro che hanno terminato le attività .
L’assessora alle Pari Opportunità ha voluto sottolineare la centralità dell’obiettivo trasversale di pari opportunità nella programmazione congiunta dei fondi FESR – FSE. Ciò determina azioni rivolte sia alle persone più fragili, sia alla totalità della popolazione per un miglioramento del benessere generale, a partire da una maggiore partecipazione al mercato del lavoro della componente femminile. Attraverso il bando “Interventi di politica attiva di natura integrata e complementare ai servizi al lavoro a favore delle vittime di grave sfruttamento e tratta†è stato investito 1.000.000 di euro per sviluppare livelli di autonomia personale e di piena inclusione delle vittime di tratta. Inoltre grazie alla strategia regionale per l’innovazione sociale “WECARE – Welfare Cantiere Regionaleâ€, sono stati investiti ben 4 milioni di euro per la promozione del welfare aziendale, con l’obiettivo di mettere in connessione il tessuto imprenditoriale locale con le esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori piemontesi.
L’assessore alle Politiche Sociali, della Famiglia e della Casa ha evidenziato la necessità prima di tutto di guardare alla situazione complessiva del welfare ed in particolare dei servizi socio-assistenziali e socio-sanitari sui territori. L’aumento delle richieste di servizi e la stagnazione delle risorse, infatti, non permettono di pensare “più avanti”, quello che c’è viene sostanzialmente investito tutto in vere emergenze sociali. Per l’assessore è quindi necessario raccogliere altre “risorse” per poter pensare al futuro, per poter provare a costruire sistemi di protezione e coesione sociale più sostenibili e veramente per tutti.
Fonte: Regione Piemonte
Fonte: ANSA