Prendiamo atto che nei giorni scorsi il sindaco Ghinelli, questa volta in veste di assessore alla cultura, abbia dato ennesima prova di scarsa memoria. Ci riferiamo alle parole di Ghinelli in occasione dell’inaugurazione della mostra di Ugo Riva presso la Fortezza di Arezzo. Il sindaco, forse contagiato dall’euforia dell’istrionico consulente culturale del Comune, Vittorio Sgarbi, ha affermato di aver salvato la Fortezza “da porchette e mortadelleâ€. Curioso utilizzo dei termini. In prima battuta perché l’utilizzo per valorizzare le produzioni di qualità riguardava solo un bastione e non in via permanente, in seconda battuta perché collaborare, e prevedere di destinare spazi ad associazioni, come ad esempio AIS, AICOO, Strada del Vino-terre di Arezzo, Associazione cuochi, che contribuiscono a far conoscere i prodotti del territorio sarebbe potuta essere una soluzione interessante sia per fini promozionali e di turismo che per mantenere vivo costantemente uno spazio. Senz’altro uno scivolone; forse uno scivolone proprio su un residuo di porchetta di Back in Time squagliatosi sotto il sole cocente dei giorni scorsi. Sì perché, anche se forse non ricorda, l’unico ad aver portato “porchette e mortadelle” in Fortezza (oltre a salsicce, rigatino e tutto il corpus grigliabile di suini e bovini) è stato proprio lui con l’aggravante, com’è ben noto a tutti, di aver reso il centro di Arezzo una sagra permanente. Fa piacere anche che il sindaco, svegliatosi dal torpore che lo contraddistingue, parlando di se stesso si sia definito promotore della “grande arte contemporaneaâ€; speriamo, però, che il catalogo della mostra di Riva, a differenza di quello di Theimer, sia consultabile prima della chiusura della mostra. Allo stesso modo ci auguriamo di cuore che anche le presenze superino quelle registrate per la mostra di Theimer, sebbene non si sia partiti benissimo visto che la promozione della mostra stessa è iniziata la settimana prima dell’evento. Ci permettiamo, infine, di parafrasare De André per lanciare un monito al sindaco: “quelli che di giorno (dell’inaugurazione) chiami con disprezzo porchette e mortadelle sono quelli che stabiliscono il metro della riuscita dei tuoi eventi culturali (pochi) “.
Fonte: Comune di Arezzo