FIRENZE – Un bilancio… e un rilancio, perché l’idea è quella di proseguire. Si conclude oggi nel quartiere Garibaldi di Livorno il progetto pop up, ovvero, in due parole, le saracinesche tirate su che all’inizio del mese hanno permesso di riaprire dieci fondi sfitti dove hanno trovato casa quattordici progetti sociali, artistici e culturali. Quei negozi alternativi, una galleria d’arte, i laboratori di cucito e le botteghe sartoriali, dove incontrarsi e raccontarsi, in sole tre settimane hanno già  cambiato un po’ il volto della zona. E per questo la voglia è quella di andare avanti.
I quattordici temporary shop
“Sarebbe un peccato interrompere un progetto come questo che sta funzionando – annuncia l’assessore alla sicurezza e alla presidenza della Toscana Vittorio Bugli, intervenuto anche oggi a Livorno – In una delle prossime giunte presenterò un atto perché prosegua almeno fino alla fine dell’anno. Nel frattempo diamo tempo anche all’amministrazione comunale per creare strumenti di sostegno alle attività commerciali affinché le attività diventino strutturali. Sarebbe un peccato fermarsi qui, quindi ci metteremo impegno”. L’assessore accenna anche alla revisione in corso sulla legge sul commercio. “In questi anni di sperimentazione – dice – si siamo appuntati tutte le esigenze emerse da progetti come questi, così tra settembre e ottobre cercheremo di arrivare a scrivere ed approvare una legge ad hoc”.
Piazza Garibaldi a Livorno con l’omonima via e le strade attorno assomiglia a molte altre ‘periferie’ che si sono create a ridosso dei centri urbani storici. La zona si chiamava un tempo Borgo Reale ed era uno dei luoghi più vivaci della città di Livorno, con le botteghe, le attività degli artigiani e i fondi dei pescatori e dei calafati lungo il fosso, davanti alla Fortezza Nuova. Oggi vive i problemi dei quartieri degradati di tante altre città : spaccio, microcriminalità , sfondi sfitti e vie deserte e con sempre meno negozi.
Ma le attività messe in piedi da aprile hanno indicato una via possibile di rinascita. Oltre ai negozi temporanei e le iniziative in piazza, oltre ai maglioncini e lavori all’uncinetto dell’associazione Streghe Arcobaleno che hanno iniziato ad abbellire gli arredi urbani, ci sono stati in tre mesi sei seminari sulla sicurezza rivolti a cittadini e commercianti, si sono succeduti laboratori con bambini che hanno ripiantumato il verde, ci sono state pedalate, camminate ed altre iniziative per coinvolgere chi abita nel quartiere. E via e piazze vissute e frequentate sono la prima condizione per renderle più sicure.
Si è costituito anche un comitato cittadino, “Vivigaribaldi”, dove cittadini e commercianti all’inizio si riunivano per contrastare fenomeni di degrado e criminalità ed oggi è un luogo di confronto importante tra le varie anime del quartiere, che si riunisce da aprile ogni mercoledì per discutere dei problemi e cercare soluzioni condivise, ma che ha iniziato ad organizzare anche iniziative di aggregazione.
Il progetto – uno dei cinque sperimentali e pilota approvati alla fine del 2016 e che interessano altrettante città - era stato presentato da Confesercenti e la Regione l’ha interamente finanziato con 90 mila euro.
Fonte: Regione Toscana