Con un’ordinanza del tribunale dei minori eseguita il giorno 22 giugno, a Stefano, un padre aretino, sono stati tolti i due figli per essere affidati a una comunità . La causa: l’estrema povertà in cui versa il nucleo familiare.
Uno dei bambini è stato prelevato a scuola il giorno dell’esame di terza media dalle forze dell’ordine, con una modalità traumatica che lascia quantomeno sbigottiti.
Mi chiedo, anche se siamo di fronte alla regolare esecuzione di una sentenza, come si possa essere così insensibili e inappropriati da eseguirla palesemente in un luogo che dovrebbe essere sacro, la scuola, e senza prevedere i gravi traumi psicologici causati al minore da questo gesto.
Come padre di un bambino della medesima età , che sosteneva gli stessi esami in quei giorni, non posso non comprendere il dolore di quest’uomo e lo strazio del figlio, uniti da un’umiliazione pubblica facilmente evitabile con un minimo di tatto e umanità .
Quando accadono avvenimenti drammatici di questo genere è un fallimento per la collettività e, proprio per questo, per i servizi sociali del Comune di Arezzo che non sono stati in grado di aiutare adeguatamente, nel tempo e per tempo, un fragile nucleo familiare e che invece, per scopo e funzione, dovrebbero essere lo strumento atto a impedire cose del genere.
Fonte: Comune di Arezzo