Lucca –
ACCADDE OGGI – 5 Luglio 1928 – Arturo Ferrarin e Carlo Del Prete, a bordo di un Savoia-Marchetti S.64, si aggiudicano il primato di volo su distanza in linea retta volando, per 7.188 km, tra Montecelio (Roma) e Port Natal (Brasile).
Carlo Del Prete (Lucca, 21 agosto 1897 – Rio de Janeiro, 16 agosto 1928) è stato un grande aviatore italiano, medaglia d’oro al valore aeronautico.
Carlo fu erede di un’influente famiglia lucchese. Il padre, Lorenzo, era un medico con importanti cariche cittadine, tra cui quella di sindaco. La madre, Fedilla Francini, invece, era di Fazzano, frazione di Fivizzano, dove Carlo, da bambino, era spesso ospite nella villa dei nonni, dei proprietari terrieri benestanti. Dopo gli studi classici affrontati brillantemente presso il Liceo-Ginnasio “Machiavelliâ€, intraprese la carriera militare iscrivendosi all’Accademia Navale di Livorno.
Ancora allievo partecipò ad alcune operazioni della Guerra di Libia. Allo scoppio della prima guerra mondiale, venne destinato dalla Regia Marina in Adriatico, prima sulla nave da battaglia Giulio Cesare e poi sull’esploratore Aquila.
Nella notte tra il 10 e l’11 febbraio 1918, partecipò con la propria nave, con Gabriele D’Annunzio e Ciano alla Beffa di Buccari, ove scortò i Mas fino alle Bocche del Carnaro e rimase a proteggerli fino all’alba successiva.
Conseguì il brevetto di pilota a Taranto nell’ottobre del 1922; nel dicembre del 1923 si laureò in Ingegneria Meccanica ed Elettrotecnica presso il Politecnico di Milano.
Subito dopo, iniziò le prime esperienze con gli idrovolanti.
Dopo un’interminabile serie di prove e controlli, la mattina del 31 maggio 1928, prendeva avvio la prima avventura: il record del mondo su circuito chiuso.
L’aereo, condotto da Ferrarin e Del Prete percorse per 51 volte il circuito compreso tra Torre Flavia ed il faro di Anzio, distanti poco più di 74 km, atterrando alle 15,30 del 2 giugno dopo aver percorso un totale di 7 666,616 km in un tempo di 58 h e 37 min[3]. Tale prestazione superava di quasi 5 ore il precedente primato di durata e di 3 000 km quello di distanza.
Questa prima impresa costituiva il banco di prova per il principale obiettivo del progetto: il volo dall’Italia al Brasile, per aggiudicarsi il record mondiale di volo in linea retta.
La macchina organizzativa si mise in moto fin dal giorno successivo, in quanto si voleva realizzare la trasvolata atlantica nei primi giorni di luglio, al fine di sfruttare la fase di luna piena prevista per quei giorni durante le ore notturne del volo.
La sera del 3 luglio 1928, alle ore 18 e 51, prese il via la delicata fase di decollo: appesantito dal carburante necessario per il tragitto, il S.64 aveva una velocità di salita di soli 0,25 metri al secondo, alla velocità di 180 km/h. In pratica erano necessari 3 km per raggiungere la quota di 15 metri!
L’orario di partenza venne scelto al fine di raggiungere sia Gibilterra che, il giorno successivo, il Brasile con le luci del giorno.
Il volo si presentò difficoltoso fin dalla prima notte quando, a causa di caldi venti africani, il rendimento del motore diminuì sensibilmente ed i due piloti decisero di modificare la rotta verso nord, alla ricerca di temperature meno elevate.
Attraversando condizioni di cielo mutevole e variando di quota alla ricerca di correnti di coda, Ferrarin e Del Prete si accinsero a trascorrere la seconda notte in volo entrando nella fascia dei temporali equatoriali, decidendo di salire fino a 4 000 m di quota nel, vano, tentativo di risparmiare, al velivolo ed a sé stessi, le sollecitazioni della burrasca.
Il sopraggiungere del mattino (è il 5 luglio) e l’avvistamento della costa brasiliana diedero conferma della precisione dei difficili calcoli notturni per il mantenimento della rotta e trasmisero nuovo vigore all’equipaggio che puntò deciso in direzione di Bahia.
Ancora il maltempo procurò l’ennesimo imprevisto e, stimando un residuo di carburante poco rassicurante, i due decisero di tornare sui propri passi per dirigersi verso Port Natal, dove contavano di atterrare sul campo di volo della Latécoère. Sempre più preoccupati della riserva di carburante ed ostacolati dalla scarsa visibilità , giunti a breve distanza dalla nuova meta, Ferrarin e Del Prete decisero di atterrare sulla spiaggia dove, dopo un breve rullaggio, le ruote del S.64 affondarono nella sabbia.
L’aereo riportò danni al carrello ed alla cabina di pilotaggio e nei serbatoi erano rimasti soltanto 15 litri di carburante, ma l’impresa era compiuta![5]
In pratica erano stati coperti 8.100 km, ma il record venne omologato in base alla distanza ortodromica tra Montecelio e Natal: 7.188 km.
L’aereo, recuperato con estrema difficoltà dopo l’atterraggio in spiaggia, non fu in grado di decollare da Natal a causa della pista non adeguata alle sue caratteristiche; venne trasportato a Rio de Janeiro via mare e donato al Brasile.
I festeggiamenti di quei giorni ebbero un tragico epilogo: durante un volo dimostrativo (effettuato a bordo di un idrovolante Savoia-Marchetti S.62), in seguito al cedimento dell’ala Ferrarin e Del Prete precipitarono nelle acque antistanti Rio. Carlo Del Prete riportò gravissime ferite alle gambe ed una dovette essergli amputata.
Il 16 agosto 1928, in seguito all’aggravarsi delle condizioni, 5 giorni prima del suo 31º compleanno, Carlo Del Prete morì.
Una targa lo ricorda in Piazza San Pietro Somaldi, ma gran parte del suo archivio, con tanti ricordi di famiglia è andato sperso, te-quattro anni fa, sui mercati di antiquariato ed un assessore di una   precedente amministrazione lucchese, non ha trovato quattrocento euro richieste dal rigattiere per acquisirlo al patrimonio comunale!
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Fonte Verde Azzurro