Porcari (LUCCA) –
LUCCA. Lo sciopero dei lavoratori dei supermercati Tuodì dell’8 luglio, durato 4 ore anche negli otto punti vendita in provincia di Lucca, è stato il primo passo di una vertenza che si occupa dei lavoratori legati all’azienda Dico spa. L’incontro programmato dai sindacati a Roma dei giorni scorsi, infatti, ha portato ad una fumata nera e sul gruppo incombe l’incognita legata alla vendita di tutti o buona parte dei supermercati sul territorio nazionale.
Vero, i circa 60 dipendenti dei supermercati a marchio Tuodì hanno ricevuto, almeno fino ad ora, regolarmente lo stipendio. Ma ci sono altri 79 lavoratori legati alla Gimar, azienda con sede a Pontedera che si occupa della gestione dei reparti di gastronomia e macelleria dei punti vendita in Toscana, licenziati in tronco.
Per questo gli sviluppi della difficile situazione economica dell’azienda tengono con il fiato sospeso i quasi 4mila dipendenti sparsi nei 400 negozi in tutta Italia.
La situazione del gruppo commerciale che fa capo ad Antonino Faranda è al limite della sostenibilità finanziaria. Nel bilancio 2015 i sindaci revisori scrivono che il debito bancario netto è di 197,8 milioni di euro, di cui 193 scadente in 12 mesi. Il passivo eccede l’attivo corrente per 365 milioni. Anche se Dico Tuodì, di tutta risposta, conta di recuperare risorse da un contenzioso in arbitrato con Coop Alleanza 3.0 per un totale del danno patito di 300 milioni di euro.
Situazione preoccupante per circa 60 dipendenti degli 8 punti vendita lucchesi. Uiltucs e Filcams al tavolo con la proprietà anche per i 79 esuberi di Gimar
Intrecci difficili da capire, però, per i lavoratori e ancora di più per i clienti. Clienti che continuano a trovare sempre più gli scaffali vuoti per la difficoltà di rifornimento. Questo vale per gli 8 punti vendita in provincia di Lucca. A Viareggio, Massarosa, Pietrasanta, Porcari, Pian di Coreglia, Pieve Fosciana, Altopascio e Lido di Camaiore, infatti, le vendite sono in crollo, in casi estremi al massimo di 100 euro in un’intera giornata di lavoro.
L’azienda ha promesso che dal 17 luglio riprenderanno i rifornimenti, ma la presenza di un unico magazzino non agevola la situazione. E l’incertezza aumenta perché dopo un’altra maxi perdita di 40 milioni nell’esercizio 2015 e il fallimento della vendita di 80 negozi ad un player di caratura internazionale (si parlava di Aldi), gli azionisti di Dico Tuodì hanno deciso di dare mandato a Rothschild e all’avvocato Roberto Cappelli di cercare un acquirente per tutta l’azienda o per parte di essa. Quindi l’interesse di potenziali operatori che potrebbero farsi carico anche dell’enorme debito, vista la potenzialità e la capillarità di Tuodì in Italia e in Toscana in particolare, ci sarebbero. Ma di concreto, al momento, non c’è nulla.
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Fonte: Il Tirreno