Un aiuto economico alle famiglie e piatti regionali nei menù: queste le principali novità per il servizio di ristorazione scolastica nel prossimo anno. La Fondazione Specchio dei Tempi (sin dalla sua costituzione impegnata a sostenere progetti per l’istruzione e il benessere dei minori in Italia e nel mondo) ha deciso di destinare una donazione (di oltre 110mila euro) in sostegno di quelle famiglie che, pur pagando regolarmente le tariffe, si trovano in maggiori difficoltà a reggere la spesa per la ristorazione in quanto particolarmente colpita dalla crisi economica. Questo contributo sarà in particolare volto a coprire la quota fissa del costo del servizio per le famiglie i cui figli frequentano la seconda elementare.
Una scelta motivata dalla convinzione che, soprattutto per i più piccoli, la ristorazione scolastica sia un fondamentale strumento di uguaglianza, integrazione ed educazione alimentare e che mira, quindi, a prevenire l’allontanamento dal servizio e l’aumento delle disuguaglianze sociali.
La ristorazione scolastica garantisce pasti per oltre 46mila bambine e bambini nella città , di cui oltre 25mila nella sola scuola primaria.
“È un servizio – sottolinea l’assessora Federica Patti – nel cui valore la Città crede profondamente. La generosa iniziativa della Fondazione Specchio dei Tempi costituisce un segnale rilevante perché segna l’esistenza di una comunità di attori che riconoscono la fondamentale importanza che ricopre la ristorazione scolastica tanto sotto il profilo dell’equità sociale e dell’inclusione, quanto per il suo potenziale quale strumento di educazione alimentare, ambientale e di prevenzioneâ€.
Il secondo aspetto delle novità riguarda la composizione dei menù, che vedranno aggiustamenti rispondenti alle esigenze rilevate, nonché l’introduzione nella scuola primaria di menù ispirati alle cucine regionali.
In parte le modifiche rispondono ad osservazioni raccolte negli incontri con le Commissioni mensa di tutta la città , svolti insieme alla V Commissione Consiliare tra aprile e maggio.
“Si è trattato di un percorso importante perché è necessario ricostruire un legame tra la città e i fruitori della ristorazione scolastica – osserva l’assessora Patti -. Oltre ai rilievi in merito ai menù, sono emerse richieste di migliorare la comunicazione tra le commissioni mensa e l’Amministrazione. Ci stiamo impegnando in questa direzione, lavorando a una riconfigurazione di questi rapporti e al potenziamento degli strumenti di feedback; il primo passo è proprio la pubblicazione dei dati sul gradimento dei pasti: quelli che emergono dalle rilevazioni delle Commissioni mensa e quelli delle indagini di customer satisfaction svolte dall’Università di Torinoâ€.
In sintesi cosa raccontano i dati? Che i primi piatti sono, in genere, sono più apprezzati dei secondi, ed entrambi comunque molto più dei contorni (il che forse non è una sorpresa). Che il gradimento (per tutte le categorie di piatto) tende a diminuire salendo di ordine di scuola, e persino con gli anni di età . Ma dalla customer satisfaction emerge anche un “effetto scuola†tutt’altro che trascurabile.
Rilevazioni, indagini ed incontri hanno portato a correggere alcuni abbinamenti, ad introdurre qualche nuova ricetta abbandonandone altre poco apprezzate, con una maggiore varietà di cereali. Sono anche previste varianti per quanto riguarda i contorni per migliorare la flessibilità rispetto alla disponibilità stagionale dei prodotti.
Per quanto riguarda la scuola primaria si è voluto fare un passo in più e provare a costruire dei menù più accattivanti: Grazie alla professionalità dell’Associazione Cuochi di Torino sono stati messi a punto dei menù ispirati alle tradizioni regionali, da proporre a settimane alterne (due volte al mese). Le regioni interessate per quest’anno scolastico saranno Liguria, Sicilia, Emilia Romagna, Lazio, Trentino Alto Adige, Puglia, Toscana, Abruzzo e, ovviamente, il Piemonte. Oltre a fornire l’occasione di far conoscere ai bambini nuovi sapori e nuove ricette, l’iniziativa mira ad essere spunto per progetti educativi sul piano non solo delle nozioni geografiche ma anche di cultura alimentare, nonché opportunità di riflessione su cibo identità e conoscenza .
Queste iniziative si inseriscono in una sfida più ampia, quella di un rilancio complessivo del servizio di ristorazione, a fronte delle criticità conseguenti all’introduzione del pasto domestico.
“Occorre ricostruire su questo terreno – conclude l’Assessora – un rapporto tra scuole e famiglie, e tra famiglie e Comune. Se lo scopo è riconquistare la fiducia dell’utenza per riportare nel servizio chi l’ha abbandonato nello scorso anno scolastico, non si tratta di un obiettivo perseguibile con gesti simbolici o eclatanti e con qualche slogan. Bensì lavorando a lungo e seriamente per capire, di concerto con tutte le autorità e gli enti interessati, come agire sull’intero sistema sotto diversi punti di vista: costo, qualità , sicurezza e soprattutto prevenzione. Tutto questo perché è obbligo delle istituzioni riportare la situazione a una condizione di equità sociale all’interno del sistemaâ€.
Fonte: Comune di Torino